La vita è una scelta.
AGIPRESS – Bussò alla porta del mio studio. Poi la porta si aprଠlentamente e apparve la sua testa con il suo viso pallido circondato da capelli biondi. Era da tempo che non lo incontravo. Lo feci entrare. Notai che era vestito come sempre, molto sportivo. Mi guardava con i suoi occhi celesti e mi chiedeva alcune cose con una gentilezza timorosa, forse anche troppa, che lo aveva sempre contraddistinto. “Ciao, io non volevo disturbarti ma hanno cosଠinsistito ¦.” “Come stai Paolo ?” chiesi.
Mi rispose con un mezzo sorriso. “Cosa ti senti, cosa c’è che non va “? “Mi dispiace disturbarti ma ho da tempo dei dolori alla pancia e quando cominciano mi sembra che le tempie battono più forte, ma non ho mai avuto la febbre.” disse. “Posso visitarti”? Fece finta di non aver sentito. Chiesi nuovamente: “Posso visitarti la pancia?” Senza dare una risposta Paolo mi disse: “Tanto è inutile!” Per cercare di capire iniziai a parlare dei nostri ricordi di ragazzi. Avevamo una casa in campagna dove portavamo amici e amiche e talvolta ci trattenevamo anche per qualche giorno quando era possibile. Facevamo molte cene davanti ad un grande focolare che accendevamo per cucinare e d’inverno per riscaldarci. D’estate andavamo al lago a fare il bagno e anche a pescare, più io che lui. Correvamo mezzi nudi sul bordo per poi gettarci in acqua.
Quando arrivava il tempo della caccia andavamo nella riserva a nascondere nelle macchie i fagiani con i piedi legati, che poi sarebbero stati uccisi dai cacciatori. La cosa che mi aveva sempre colpito era che i cacciatori, trovando gli animali sempre nelle stesse macchie, mentre si avvicinavano con il fucile spiegato dicevano alla guardia: “Guardia, qui abbiamo sempre trovato il fagiano è un posto buono anche per il tiro.” Ci ricordammo delle nostre avventure amorose di quel tempo. Ad un certo punto lui fece un grande silenzio e mi disse : “E’ da tanto tempo che volevo domandartelo, ma tu con la Veronica ci sei mai andato? Risposi: “Paolo, non avrei mai potuto perché stava insieme a te. Perché l’avrei dovuto fare?” “Te lo chiedo perché lei aveva grande simpatia per te¦oddio molte di quelle che frequentavamo¦” “Ma che dici eri tu il rubacuori. Pensavo che tu e Veronica foste davvero fatti per stare insieme ma poi¦. hai sposato un’altra persona.”
Lui aggiunse “E’ che quando sono cominciati i guai mi ha lasciato solo, cosଠcome mia figlia. Ora sono stanco non vedo l’ora che i tanti problemi trovino una soluzione. Devo dirti che una settimana fa pensavo che tutto si fosse risolto e dopo poco tutto è ricominciato con avvocati e battaglie legali che non finiscono mai. E ora di questa cosa non ne posso davvero più” . “Quale cosa? dimmi come posso aiutarti”. “Non puoi aiutarmi¦ è troppo tardi e non c’è più niente da fare. Mi fa male la pancia non riesco ad andare in bagno e le gambe non mi portano più. Sono dimagrito 10 Kg in poco tempo. Ho fatto tutti gli accertamenti del sangue e anche la gastroscopia e la tac dell’addome, tutto negativo.
I miei parenti hanno voluto che mi visitasse uno psichiatra che ha detto che sono molto depresso e mi ha dato delle medicine da prendere.” “Tu, la terapia dello psichiatra la stai facendo” ? chiesi. “Quando me lo ricordo” rispose Paolo. “Sai è difficile¦ se sei da solo con una brutta malattia che ti sta invadendo il corpo rispettare le terapie”. “Scusa ma come posso aiutarti” chiesi ” Ripetiamo la tac dell’addome? “No è inutile tanto non c’è più niente da fare è troppo avanzato”. “Ma cosa è avanzato se tutte le analisi sono negative” dissi. “Sarà ma io sto male”. “Senti Paolo, dissi, “ti ricordi quando nuotavamo nel lago insieme? Se io ti avessi chiesto aiuto tu me lo avresti dato? Magari avevo i crampi e nel mezzo il lago era molto profondo. Sarebbe stato un problema non riuscire a nuotare per raggiungere l’altra sponda. Se tu ora hai bisogno di aiuto dimmelo e cerchiamo insieme una soluzione”. “Non possiamo non è che non voglio ma è tutto inutile”. “Dimmi che cosa pensi di avere” chiesi “Inutile che te lo dica ¦.. senti devo andare”. “Va bene. Io rimango a tua disposizione chiamami quando vuoi. Le medicine che ti ha dato lo psichiatra le devi prendere!”. “Si qualche volta le prenderò dopo sto peggio e poi è tutto inutile”. Dopo qualche giorno dalla visita di Paolo mi chiamò una persona dicendomi: Paolo se ne è andato non c’è più. Paolo aveva fatto la sua scelta, quella di cercare di vivere in un altro mondo. AGIPRESS
di STEFANO GRIFONI direttore Pronto Soccorso Careggi