Si chiede al Governo di congelare tutte le tariffe. I consumi stanno precipitando anche per i beni di prima necessità
AGIPRESS – Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, a marzo le retribuzioni contrattuali restano ferme rispetto a febbraio, aumentando solo dell’1,4% su base annua, ancora una volta sotto all’inflazione (1,6%).
Per il Codacons è dal 2002 che stipendi e pensioni non sono più adeguate al reale aumento del costo della vita ed è per questa ragione che dopo 10 anni di erosione, in cui i risparmi sono stati progressivamente intaccati, ora i consumi stanno precipitando anche per i beni di prima necessità .
Ecco perché il dato più sconcertante tra quelli resi noti oggi, è quello secondo il quale la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo e’ del 40,8% e l’attesa per i lavoratori con il contratto scaduto e’, in media, di 28,8 mesi. Questo per il Codacons è “un’attesa inaccettabile. E’ evidente, infatti, che se le famiglie già sul lastrico devono attendere più di 2 anni per vedere i loro stipendi adeguati al costo crescente della vita, i consumi continueranno a scendere, le industrie di conseguenza non potranno tornare a produrre, se non per il mercato estero, ed i disoccupati ed i cassaintegrati resteranno tali”.
Per questo l’associazione di consumatori fa due proposte al Governo Letta: la reintroduzione della scala mobile all’inflazione programmata (anche per i dipendenti pubblici e tutti i pensionati) ed il blocco, almeno fino al 2015, di tutte le tariffe e gli aumenti previsti, dall’Iva alla Tares, dall’acqua al trasporto pubblico locale, dai pedaggi autostradali al canone Rai.
Agipress