Il commento del Prof. Avv. Ranieri Razzante.
AGIPRESS – Cryptovalute e cyber space sono la nuova attrazione delle mafie. Lo ribadisce la DIA nella relazione del I semestre 2022, appena editata, con dati che si possono ritenere confermabili anche per questo anno. Il nuovo crimine – in generale – viaggia più comodamente attraverso la rete. Il cosiddetto “inabissamento” delle nostre consorterie mafiose, cosଠcome di quelle straniere peraltro, è reso più facile dal fattore sociologico (non si vuole più compiere gesti eclatanti, per non destare attenzioni investigative) e da quello finanziario (globalizzazione della finanza e degli strumenti per gestirla).
Traffici on line di dati e denaro, sotto forma di crypto asset e valute virtuali, con associazioni ormai “multiservice”, come vengono definite nel rapporto: i mafiosi fanno ormai i tecnici, i broker, gli economisti, i provider.
Chi lo avrebbe detto? in verità , anche chi scrive lo aveva da tempo analizzato, il fenomeno, del c.d. “cyberlaundering”, il riciclaggio informatico. Le valigette di denaro non sono più convenienti: meglio i bonifici, ma soprattutto i pagamenti con strumenti elettronici (carte di credito, borsellini elettronici, wallet di criptovalute, piattaforme internazionali).
E’ la mafia dei white collars, non meno pericolosa solo perchè non spara. Le nostre forze dell’ordine sono preparate, non lo è – secondo la relazione Dia e il sottoscritto – l’Unione europea, ancora scadente in tema di cooperazione giudiziaria e investigativa. Un’azione più incisiva dell’Italia nello stimolo agli organi unionali sarebbe auspicabile.
Prof. Avv. Ranieri Razzante Docente di Tecniche di gestione dei rischi di riciclaggio – Università di Bologna, Docente di Tecniche e regole della cybersecurity – Università Suor Orsola Benincasa, Direttore Centro di Ricerca su Sicurezza e Terrorismo
AGIPRESS