Scarica qui il pdf della pubblicazione realizzata da Clelia dopo aver intervistato aziende artigiane della Toscana, Lombardia, Veneto e Campania
AGIPRESS – FIRENZE – Una pubblicazione pensata come strumento per aziende, consulenti ed associazioni d’impresa, ma anche studenti universitari, in tema di formazione e consulenza. L’obiettivo è quello di identificare i servizi formativi più idonei a favorire lo sviluppo delle aziende del territorio. Nasce cosଠil primo numero dei “Quaderni” di Clelia,la società che attraverso un progetto di ricerca ha analizzato il grande tema della formazione nelle imprese intervistando 45 aziende artigiane tra Toscana, Lombardia, Veneto e Campania. “Il Quaderno è il risultato di una avventura che abbiamo voluto intraprendere spinte dalla passione per il nostro lavoro “ affermano le autrici Maria Cristina Corradini e Fausta Tistarelli di Clelia “ e cosଠabbiamo pensato di collezionare la nostra esperienza lavorativa in una breve raccolta da poter condividere con tutti coloro che sono interessati al mondo della gestione aziendale globalmente inteso”.
LA RICERCA affronta vari aspetti della formazione: dall’esame di ciò che è percepito come formazione e come consulenza, all’analisi di alcune esperienze di formazione relative a questioni emergenti come la formazione on line, i grandi temi dello sviluppo marketing e commerciale; e infine la proposta di possibili percorsi e strumenti.
FORMATORE O CONSULENTE – Dato interessante emerso è che il 77% delle aziende che hanno partecipato al rilevamento, ha parlato di “complementarietà ” delle due attività (formazione e consulenza), il 18% ne ha indicato l’inscindibilità e nessuno ha menzionato l’esclusività . La figura che meglio sintetizza la risposta a questa esigenza è “esperto del settore e della materia“, conosce in prima persona ciò che insegna e ha arricchito il suo sapere con applicazioni pratiche (il 77% delle aziende intervistate risponde in questo senso). Da qui la figura del consulente-formatore (l’82 % delle aziende si esprime in tal senso) che deve essere oltre che preparato, anche con “esperienza sul campo”. Tra le metodologie utilizzate dalle imprese per fare formazione emerge per il 70% la tecnica del training on the job per ricalcare l’esigenza di unire formazione teorica applicata al caso lavorativo attraverso il coach.
COSA CHIEDONO LE IMPRESE – Le imprese artigiane intervistate chiedono formazione sul controllo di gestione (68% dei casi), sulla strategie di marketing e commerciale (61%dei casi), sul ricambio generazionale (59% dei casi), sulla gestione del personale (59% dei casi); restano tuttavia distanziate l’innovazione tecnologica, lo sviluppo dei mercati esteri ( che si posizionano intorno al 40%) e l’aiuto nello sviluppo di prodotti ecosostenibili ed ecocompatibili (nel 30% dei casi).
RESTA ANCORA MOLTO DA FARE – Il 71% delle aziende risponde che è necessario avere un attestato a termine della formazione per vari motivi: l’esigenza dell’impresa di dar valore all’investimento, effettuato anche nei confronti del discente, il valore aggiunto per il curriculum, il valore comunicativo nei confronti della proattività dell’impresa. Il 69% degli intervistati ha risposto di aver finanziato autonomamente la formazione, il 45% ha mostrato di essere orientata alla formazione su misura, costruita ad hoc sui bisogni dell’imprenditore e dei dipendenti dell’azienda. Nota dolente emersa è che purtroppo una buona parte delle aziende, pari al 27% intervistate nell’ultimo anno, non ha fatto investimenti per la formazione delle proprie risorse umane. SCARICA SOTTO IL PDF
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LA FORMAZIONE NELLE IMPRESE – Quaderno n°1 di Clelia