La cultura vale il 5,4 % della ricchezza prodotta, impiega 1,4 mln di persone e attiva il 15,3% della nostra economia. La Toscana con 2 province tra le prime 10
AGIPRESS – Roma “ La cultura produce Pil. Arezzo si conferma prima nella classifica delle migliori dieci province italiane per ricchezza prodotta dalla cultura. E Pisa si piazza in nona posizione. La Toscana è quindi rappresentata più che bene, con 2 province nelle prime 10, nella graduatoria di Fondazione Symbola e Uniocamere della ricchezza prodotta in Italia dalla cultura.
La classifica è contenuta nello studio “Io sono cultura – L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaborato da Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla cultura della Regione Marche presentato oggi in conferenza stampa a Roma. Uno studio che rappresenta la migliore risposta possibile a chi sostiene che la cultura non produce PIL.
La cultura infatti frutta al Paese il 5,4% della ricchezza prodotta, equivalente a quasi 75,5 miliardi di euro, e dà lavoro a un quasi milione e quattrocentomila persone, ovvero al 5,7% del totale degli occupati del Paese. E allargando lo sguardo dalle imprese che producono cultura in senso stretto “ ovvero industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico-artistico e architettonico, performing arts e arti visive “ a tutta la ˜filiera della cultura’, ossia ai settori attivati dalla cultura, il valore aggiunto prodotto dalla cultura schizza dal 5,4 al 15,3% del totale dell’economia nazionale.
Nonostante i sacrifici imposti dall’austerity e dalla miopia di parte della classe dirigente del Paese, la cultura dimostra ancora una volta di essere uno dei motori primari della nostra crescita. Mentre la crisi imperversa e un pezzo consistente dell’economia nazionale fatica e arretra, infatti, il valore aggiunto prodotto dalla cultura tiene, guadagna terreno. Ecco la via italiana per combattere la crisi: è quanto emerge dal Rapporto 2013 “Io sono cultura “ l’Italia delle qualità e della bellezza sfida la cirisi” elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla cultura della Regione Marche presentato oggi in conferenza stampa a Roma.
Si tratta del primo rapporto in Italia a quantificare il peso della cultura nell’economia nazionale. Con risultati, spiegano Symbola e Unioncamere, che parlano chiaro: la cultura non si tocca. Non per un aristocratico riflesso condizionato che guarda al passato. Ma perché è la cultura – con nuove e impreviste contaminazioni: designer e piccoli artigiani, creativi e industrie, artisti e stilisti, smanettoni e contadini – a sostenere e far girare la parte più innovativa, dinamica e reattiva del nostro sistema produttivo.
“Nel mondo c’è una domanda di qualità che l’Italia sa intercettare – commenta Ermete Realacci, presidente di Symbola – Fondazione per le qualità italiane “. Non a caso quando l’Italia fa l’Italia e scommette su innovazione, ricerca e green economy e le incrocia con bellezza, qualità , legame con i territori, con la forza del made in Italy, è un Paese forte capace di competere sui mercati internazionali. Proprio l’intreccio tra cultura e bellezza è una delle radici più profonde e feconde della nostra identità e della competitività della nostra economia. Il rapporto presentato oggi sta qui a dimostrarlo: l’industria culturale rappresenta, già oggi, parte significativa della produzione di ricchezza e dell’occupazione in Italia. Per affrontare la crisi e guardare al futuro l’Italia deve fare l’Italia. La cultura è l’infrastruttura immateriale fondamentale di questa sfida”.
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