DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

28 Dicembre 2023

L’isola difesa dall’oro di Capri


AGIPRESS – Nell’ isola di Capri la pratica dell’olivicoltura si perde nei secoli, anche se a partire dagli anni Cinquanta la tradizione agricola è stata relegata in secondo piano dal turismo, esponendo il territorio al rischio di abbandono e ai sempre più frequenti danni da eventi calamitosi. È quindi necessario ritornare all’ agricoltura, (nel caso specifico dell’isola di Capri principalmente all’ olivicoltura) non solo per garantire un indotto economico ma soprattutto come attività di cura e tutela del paesaggio. Su queste basi è nata nel 2014 l’associazione Oro di Capri che vuole far riappropriare gli isolani con le proprie radici agricole, dare nuovo impulso all’ agricoltura e mantenere una adeguata cura del territorio. Abbiamo parlato con il coordinatore dell’associazione il Dott. agronomo Carlo Alessandro Lelj Garolla.

Quando nasce l’associazione? L’associazione nasce nel 2014, con l’intento di salvaguardare una vasta porzione di territorio del comune di Anacapri attraverso il recupero e l’ampliamento delle superfici che erano una volta coltivate ad olivo ma con l’abbandono assorbite dalla macchia mediterranea, per dare vita ad un paesaggio costiero che fosse regolare. Con un gruppo di Anacapresi e qualche “straniero” abbiamo iniziato dalla zona di Orrico a poca distanza dalla Grotta Azzurra a bonificare i primi terreni, creare muretti a secco e praticando una agricoltura ecosostenibile.

Quali sono gli obiettivi? L’obiettivo principale dell’Associazione è il recupero dei vecchi terreni olivati e la tutela del paesaggio, ma non ci si ferma a questo, l’intento maggiore dell’associazione è recuperare l’antico rapporto dell’isola e degli isolani con la terra, ridare vita, con un senso critico, alle belle tradizioni locali. Ne sono un esempio la Settembrata Anacaprese, la tradizionale festa dell’uva, divenuta negli ultimi anni e anche festa dell’olio, dato che la raccolta delle olive impegna molto gli isolani e i soci dell’oro di capri in quel periodo dell’anno.

Chi sono i soci e quali i requisiti? I soci sono per la maggior parte piccoli imprenditori anacapresi mossi tutti dalla passione per la terra e per l’agricoltura. Con il passare del tempo alla coltivazione dell’olivo è stata affiancata la produzione di legumi, altra coltivazione tipica dell’isola; Tra questi, in particolare le cicerchie che sono divenute anche Presidio Slow food, altri invece hanno anche optato per la produzione di liquori e creme di bellezza ricavati sempre dall’olio extravergine di oliva estratto ad Anacapri. Per far parte dell’associazione bisogna innanzitutto possedere un lotto di terra a capri o ad Anacapri e destinarlo alla coltivazione dell’olivo secondo il disciplinare dell’Oro di Capri. Ovviamente per fare tutto ciò bisogna amare l’agricoltura e l’olivicoltura.

Tutela del paesaggio e difesa della natura, come tenere insieme questi due aspetti? I due aspetti non sono in conflitto, anzi mettendo in atto tutta una serie di pratiche naturali, l’impatto sull’ ambiente naturale è praticamente nullo, per la difesa e la concimazione vengono messe in atto tutta una serie di operazioni colturali, quali il sovescio, utilizzando anche specie tipiche della flora dell’isola, si seminano specie leguminose che oltre ad apportare un contributo all’incremento di sostanze nutritive per gli olivi aumentano la disponibilità di nettare per gli insetti pronubi. Inoltre, per la difesa dalla mosca dell’olivo, ci avvaliamo di un sistema di monitoraggio che insieme all’utilizzo di trappole naturali, riduce a zero gli interventi insetticidi; queste trappole naturali contengono una miscela di lieviti e solfato ammonico. È anche importante il ripristino dei muretti a secco, che oltre ad aggiungere un notevole valore paesaggistico, consentono un alto livello di sicurezza per quello che riguarda la stabilità dei suoli che soprattutto in zone molto scoscese franerebbero a valle. Non ultimo è l’utilizzo delle cisterne per la conservazione dell’acqua piovana che viene poi utilizzata nei momenti di maggiore carenza idrica.

Può farci una “fotografia” dell’olivicoltura caprese? Sono stati recuperati circa 50 ettari di terreno e accanto ai vecchi olivi ne sono stati piantati centinaia di nuovi ed attualmente le aziende che aderiscono all’ associazione sono sei in 12 appezzamenti Il recupero degli antichi oliveti, la messa a dimora di nuove piante di olivo e il ridimensionamento delle piante di macchia mediterranea hanno ristabilito un gradevole equilibrio al paesaggio della costa nord ovest dell’isola. Ogni anno nuovi alberi di olivo vengono liberati dalle piante infestanti e rimessi in produzione, recuperando gli elementi caratteristici del paesaggio rurale caprese e utilizzando metodi naturali e pratiche agricole tradizionali per garantire la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della biodiversità . Il numero di piante recuperate è su per giù sulle 20.000, la cultivar di olivo più presente è la minucciola insieme alle altre cultivar tipiche della DOP penisola sorrentina e Capri (Frantoio, Leccino e Rotondella).

Si può creare un legame tra turismo e olivicoltura? In realtà l’associazione L’Oro di Capri non nasce con l’intento di riportare l’economia dell’isola a prima dell’avvento del turismo perché sarebbe impossibile. Quello che però cerchiamo di fare come modello associativo, è di avere e divulgare un maggior rispetto della natura e del territorio isolano. Questo va a coinvolgere inevitabilmente anche il settore turistico, primo motore dell’economia isolana. Ciò che vorremmo è sensibilizzare le nuove generazioni, alla conoscenza e salvaguardia del territorio isolano e delle sue specificità cosa che già facciamo, attraverso tanti progetti dalle primarie alle superiori. Quindi portare i giovani a promuovere un turismo ecosostenibile che porti alla conoscenza del territorio insulare nelle sue specificità .

È stata portata avanti una collaborazione con il CNR, in cosa consiste? L’Associazione ha commissionato al CNR IBBR di Perugia, grazie al Dott. Saverio Pandolfi, analisi genetiche per determinare l’origine degli alberi di olivo più antichi presenti sull’isola di Capri. Le analisi hanno evidenziato che le piante di olivo provengono da antiche coltivazioni la cui origine è nell’est del Mediterraneo, oltre a mostrare una stretta relazione genetica con varietà coltivate in Grecia, soprattutto nell’isola di Creta. Altre presentano un rapporto genetico con la cultivar turca Ayvalik. Questo studio ha anche certificato la presenza di ben 7 varietà sconosciute, la cui identità genetica non corrisponde a nessuna cultivar tra quelle inserite nel database internazionale. La datazione al radiocarbonio, effettuata dal CNR IBBR di Bari, dei 7 esemplari monumentali ha messo in evidenza un’età delle piante che va dai 100 agli oltre 500 anni.

Quali sono le caratteristiche dell’olio ottenuto sull’ isola? Gli oli prodotti dagli associati grazie al severissimo disciplinare di produzione ed al controllo continuo in campo effettuate Dott. Angelo Loconte, responsabile della filiera oleicola dell’Associazione si distinguono per un altissimo valore nutraceutico dato da un alto tenore di polifenoli, vitamina E ed oleocantale, un basso livello di acidità e con grandi pregi sensoriali riconoscibili grazie alla presenza costante di rosmarino, erbe di campo e piante della macchia mediterranea. L’olio degli associati è per ora distribuito a livello territoriale ed è reperibile presso gastronomie, osterie ristoranti ed enoteche che condividono gli obiettivi e la filosofia del progetto “Oro di Capri”.

Quali sono le attività che avete in programma per il futuro? Nell’ultimo anno abbiamo partecipato per la prima volta ad una delle più importanti fiere dell’olio: Olio Capitale a Trieste, avendo un ottimo riscontro di pubblico ed interesse verso tutti i progetti che sottendono il nostro olio. L’obiettivo, quindi, è partecipare nuovamente a questa fiera nella primavera del 2024 insieme ad altre fiere di settore, per far conoscere la specificità del nostro olio e lanciare un messaggio di sostenibilità attraverso il nome di Capri. AGIPRESS

Domenico Aloia – Stradenuove

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