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15 Dicembre 2018

L’eccellenza nella chirurgia dell’anca e del ginocchio, intervista al dott. Francesco Traverso

Chirurgo Specialista in Ortopedia e Traumatologia anca e ginocchio, referente Rapid Recovery Centro di Chirugia protesica e artoprotesica dell’Istituto Humanitas di Rozzano, Milano.

AGIPRESS – MILANO – La chirurgia dell’anca e del ginocchio negli ultimi anni ha visto importanti passi in avanti sia dal punto di vista del miglioramento e innovazione delle tecniche e materiali utilizzati, sia per quanto riguarda l’organizzazione delle strutture, sempre più specializzate e in grado di dare risposte complesse e adeguate ai bisogni di salute delle persone. Ne abbiamo parlato con il dott. Francesco Traverso Chirurgo Specialista in Ortopedia e Traumatologia anca e ginocchio, referente Rapid Recovery Centro di Chirurgia protesica e artoprotesica dell’Istituto Humanitas di Rozzano, Milano.

LA GESTIONE CLINICA – “Nella chirurgia all’anca e al ginocchio “ ha spiegato il dott. Traverso – tra i tanti aspetti di miglioramento degli ultimi anni, certamente spicca la gestione del paziente. Poter fare una chirurgia in cui il paziente ha poco o quasi nessun dolore, ha un recupero riabilitativo, motorio, di qualità della vita e dell’autonomia in tempi estremamente ridotti, credo sia uno degli aspetti più importanti da tenere presente. Tale riduzione dei tempi è legata sostanzialmente ad un miglioramento della gestione clinica: i pazienti non sanguinano quasi più, non sentono quasi alcun dolore, vengono riabilitati subito. Inoltre il paziente prima ancora dell’intervento viene informato, educato; diventa, in sostanza, parte attiva di un processo”.

PAZIENTE ATTIVO – “Questa forse è la rivoluzione più innovativa degli ultimi anni “ aggiunge – il paziente non è più elemento passivo del percorso di cura, che arriva in clinica e riceve un intervento, ma è parte attiva del processo. Ciò ha dei vantaggi enormi perchè anche a livello psicologico il paziente più consapevole partecipa molto di più, e meglio, al recupero stesso”.

TECNICA CHIRURGICA MINI INVASIVA – Parallelamente alla gestione del paziente è migliorata notevolmente la tecnica chirurgica. “Ormai anche un intervento di primo impianto o di revisione in ambito di chirurgia protesica di anca e ginocchio “ sottolinea il dott. Traverso – si può fare con pochissime invasività , in tempi ristretti e con materiali sempre più adeguati alle esigenze del paziente. Per tutti questi motivi è fondamentale che il paziente che deve affrontare un intervento si rivolga ad uno specialista ‘addestrato’ per questo tipo di interventi, che eserciti in una struttura altrettanto adeguata a tutte le esigenze e in cui venga garantita la massima qualità di materiali e di servizi attraverso il sistema sanitario nazionale”.

PAZIENTE AL CENTRO, INFORMATO “ Non si può pensare che una complessità del genere non preveda un grande lavoro di squadra tra il chirurgo, dove lavora e con chi lavora, come ad esempio la figura dell’anestesista e del riabilitatore, figure assolutamente cruciali. “Tutto ciò “ spiega il dott. Traverso – prevede una sola cosa, mettere al centro del percorso il paziente. È questa la vera novità . Nel nostro approccio, il professionista già all’atto della visita spiega al paziente cosa farà , quali sono le problematiche che lo interessano, come risolverle e cosa dovrà fare dopo. Il paziente dunque già prima del suo percorso sa già come dovrà comportarsi. Ha, in sostanza, le idee chiare su ciò che dovrà affrontare”.

MATERIALI E TECNICHE “ Materiali e tecniche di intervento all’anca e ginocchio sono di fondamentale importanza. “Se non ho i materiali migliori “ aggiunge – potrei non avere ciò che serve per la gestione della complessità di quel paziente, quella patologia, quello specifico caso. Stesso principio per la tecnica chirurgica: tempi ridotti di intervento significano meno esposizioni a contaminazioni, meno anestesia, meno farmaci, meno alterazione di omeostasi per ridare al paziente li prima possibile adeguata autonomia”.

COMPETENZA E RAPPORTO UMANO – La filosofia è fare il meglio, non accontentarsi e poter accontentare un numero sempre maggiore di persone. “Essere una eccellenza – afferma il dott. Traverso – vuol dire rimanere un’eccellenza, compito ancora più difficile. La soddisfazione maggiore è sapere che molte persone ti ricordano, ti sorridono. È questo l’aspetto più umano che, dopo la competenza (che resta il requisito essenziale), rappresenta quel valore aggiunto della struttura e della sua equipe. È bello e gratificante da parte del medico ricevere feedback positivi dal paziente, ma è grazie al lavoro di squadra che il paziente trae il maggiore beneficio. Oggi più di prima dobbiamo essere sempre più bravi a gestire le complicanze”.

PONTE CON I TERRITORI – Per le comunità geograficamente distanti dall’Humanitas sapere che ci può essere un professionista con cui confrontarsi facilmente “vicino casa” e avere un riferimento tra dove si vive e dove si può essere curati, è certamente rassicurante e rappresenta una grande opportunità . Esperienza, meno complicanze, maggior ragionevole certezza di buon risultato e un tempo di recupero più rapido possono e devono essere essere messi a disposizione anche di chi vive in realtà più lontane. È il caso di Ferrandina, città nel cuore della Basilicata a pochi chilometri da Matera, che da oggi con il dott. Traverso si dota di un “ponte” con quella che in Italia oggi può essere considerata tra le massime eccellenze in sanità e nello specifico nella chirurgia all’anca e ginocchio. “In questo modo – conclude il dott. Traverso – si offre un servizio in più per la cittadinanza, si riducono le distanze. E soprattutto, il paziente che molto spesso è disorientato sul come, dove, quando affrontare un intervento o una revisione, in questo modo può scoprire e accedere facilmente ad una grande una opportunità di cura. Perchè il diritto alla cura, e alla migliore cura, deve essere di tutti”.

di Davide Lacangellera – Agipress

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