Il commento di Massimo Sandrelli.
“Le sentenze non si discutono, si appellano..” diceva Giulio Andreotti. Con tutto il rispetto, la vicenda processo-alla-Juventus francamente fa venir voglia di una riflessione. Partiamo da un fatto che sembra certo: la società bianconera si è macchiata di slealtà sportiva. Su questo, almeno, tutti i “tribunali” paiono d’accordo. Lasciamo stare il merito. La sorpresa viene dal balletto sui tempi e sull’entità della sanzione. I dirigenti vengono “squalificati” ma la squadra viene punita prima con 15 punti di penalizzazione, ora, dopo il pronunciamento del Collegio di Garanzia del Coni, i punti diventano 10. Intanto non è chiaro il calcolo. Si dice che la pena deve essere affittiva, cioè che deve togliere qualcosa al colpevole. Ebbene nel caso di una classifica ancora da definirsi (tre giornate al momento dell’ultimo pronunciamento) che cosa volevano dire dieci punti visto che in teoria ce ne erano ancora 9 in palio? Per assurdo la Juventus poteva ancora arrivare nelle prime quattro. Non parliamo poi dei 15 stabiliti ormai un paio di mesi fa. L’accesso alle Coppe europee è un criterio adottato dalla Federcalcio: le prime quattro in Champions, due in Coppa Uefa (la quinta e la vincitrice della Coppa Italia), poi la Conference. La Giustizia sportiva deve sanzionare nel proprio ambito e quindi sulla classifica ma quella finale. Non esiste una colpa a punti, come fosse un supermercato. La punizione è fuori della Champions che significa, tra l’altro, varie decine di milioni di euro, fuori dalla Uefa cup che consente un ricavo molto più modesto, fuori dalla Conference con un risibile danno economico, oppure la retrocessione. Tutto il resto ha poco valore anche sotto il profilo sportivo. E comunque perché non aspettare la fine del campionato? Allegri e i suoi uomini hanno ragione a reclamare. Come si fa a giocare senza la certezza dei propri risultati. Almeno avrebbero avuto una classifica guadagnata sul campo. E se la Juventus fosse stata in finale di Coppa Italia cosa sarebbe successo? Vincendo gli avrebbero concesso coppa e qualificazione in coppa Uefa? E dove sarebbe stata la sanzione affittiva? Detto che parliamo sempre e solo dell’aspetto sportivo. La Juventus è una società per azioni e certe “slealtà ” avranno un seguito per il codice civile ma che senso ha avere una giustizia sportiva che vaga per principi a dir poco incomprensibili? La fiducia nella giustizia è uno dei concetti fondanti di qualunque comunità . L’icona della giustizia è la famosa Dea bendata ma non bisogna mai indurre le persone a sospettare che quella benda si possa allentare¦ AGIPRESS
di Massimo Sandrelli