AGIPRESS – 1792 doti educative personalizzate sono state erogate dal 2020 a oggi attraverso il progetto “DOTi – Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti”, realizzato da Save the Children grazie al sostegno dell’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, come strumento per contrastare la povertà educativa in Italia, nonché fornire a bambine, bambini e adolescenti gli strumenti necessari per acquisire una maggiore fiducia nelle proprie capacità , anche attraverso la possibilità di realizzare attività fondamentali per la crescita come quelle sportive e culturali.
Nel 2022 in Italia il 13,4% dei minori, circa 1,27 milioni, viveva in povertà assoluta[1]: un dato in crescita rispetto al 12,6% dell’anno precedente e con differenze territoriali rilevanti che vanno dal 15,9% del Mezzogiorno al 12,3% del Nord e all’11,5% del Centro. Sempre nel 2022, circa un minore su tre (il 29,6%, oltre 2,7 milioni) era a rischio povertà ed esclusione sociale, con divari territoriali che superano i 40 punti percentuali in alcuni casi. I tassi più elevati, secondo i dati ISTAT, si registrano in cinque Regioni del Sud – 55,9% in Campania, 48,8% in Sicilia, 44% in Calabria, 42,9% in Molise e 42,6% in Abruzzo “ mentre le Regioni con i valori più bassi sono il Friuli-Venezia Giulia (9,5%), le Marche (9,9%) e la Toscana (10,9%)[2].
La povertà materiale è spesso una delle cause principali dell’abbandono scolastico, che in Italia è all’11,5% (due punti percentuali in più rispetto alla media EU27 del 9,6%[3]), con le percentuali più alte in Sicilia (18,8%), Campania (16,1%) e Sardegna (14,7%)[4]. Ma le condizioni economiche delle famiglie hanno un impatto significativo anche su altri aspetti della vita di bambine, bambini e adolescenti, tra cui la possibilità di praticare sport e partecipare ad attività culturali come le visite a musei o monumenti e la frequentazione di cinema e teatri.
Ad esempio, nel 2022, tra i minori che vivono in famiglie con risorse economiche ottime o adeguate più di uno su due pratica sport in modo continuativo (55,6%), mentre la proporzione scende a due su cinque (40,7%) tra quelli che vivono in famiglie con risorse economiche scarse o insufficienti.
Dal punto di vista territoriale, il Centro è l’area dove lo sport è praticato più frequentemente in modo continuativo (57,6%), seguito dal Nord (55,3%), mentre nel Mezzogiorno sono coinvolti solo due minori su 5 (40,4%).
A praticare sport in modo continuativo sono soprattutto gli adolescenti nella fascia 11-17 anni (56,3% contro una media del 44,8% nella fascia 3-10 anni) e i ragazzi (55,4%, 10 punti percentuali in più rispetto alle ragazze).
In media, un minore su 4 non pratica mai sport, con valori più elevati tra le ragazze (27,5% contro una media del 22,9% tra i ragazzi) e significativamente più alti nelle Isole (41,1% contro una media nazionale del 25,1%) e nel Sud (37,3%).
Le condizioni economiche hanno impatto anche sulla fruizione di servizi culturali. I minori che vivono in famiglie con risorse economiche scarse o insufficienti vanno meno a teatro (il 13% rispetto al 17% di quelli che vivono in famiglie con risorse economiche ottime o adeguate), visitano meno musei o mostre (il 26,3% contro il 34,9%) e monumenti (il 19,7% contro il 28,4%), vanno meno al cinema (il 44,4% contro il 52,8%). Più in generale, i dati ISTAT ci dicono che, nel 2022, circa un minore su 6 (15,6%) è andato a teatro almeno una volta, uno su quattro (25,4%) ha visitato un monumento almeno una volta, uno su due è andato al cinema (49,9%) e circa due su sei (32%) hanno visitato un museo o una mostra.
Per contrastare gli effetti della povertà materiale sui percorsi formativi di ragazze e ragazzi, Save the Children ha promosso, grazie al sostegno dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, il progetto “DOTi – Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti”, attraverso il quale sono state erogate, da ottobre 2020 a oggi, 1792 doti, per raggiungere le 2000 entro il 2024.
Le doti educative, ideate e sviluppate all’interno del programma Illuminiamo il futuro di Save the Children, presso i Punti Luce, consistono in un intervento personalizzato di sostegno a bambine, bambini e adolescenti che vivono in situazioni di grave svantaggio socio-economico. La dote, che viene assegnata in seguito a un patto educativo sottoscritto dal beneficiario e dalla sua famiglia, fornisce beni o servizi ai minori che si trovano in condizioni certificate di fragilità e vulnerabilità socio-economica, attestate dai servizi sociali e dalla scuola.
Delle 1792 doti erogate ad oggi, 658 (il 36,7%) sono legate al diritto allo studio, 1134 (il restante 63,3%) allo sviluppo di talenti e aspirazioni.
Nell’ultimo anno (da marzo a novembre 2023) sono state assegnate 361 doti, il 23,8% delle quali finalizzato ad assicurare il diritto allo studio (in particolare per l’acquisto di libri di testo e dei kit scolastici). Il 5,2% ha finanziato corsi professionalizzanti o materiale didattico specifico per istituti professionali, mentre il restante 71% delle doti del 2023 è stato destinato allo sviluppo di talenti e aspirazioni. Di queste in particolare, il 53,7% riguarda attività sportive, il 29,2% centri o campi estivi, il 17,1% attività come musica, informatica e lingue. Nel complesso, il 40% delle doti del 2023 è stato assegnato a minori tra i 6 e i 10 anni di età , il 35% a minori tra gli 11 e i 13, il 24% a ragazze e ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Maggiore il numero dei beneficiari tra i ragazzi (58%), mentre il 42% è stato destinato alle ragazze. Per quanto riguarda la cittadinanza 217 minori destinatari di dote (60%) sono italiani e 144 (40%) stranieri.
“Il programma DOTi, realizzato grazie al prezioso contributo dell’ 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, vuole contrastare la povertà educativa attraverso progetti personalizzati che sostengono ragazze e ragazzi che vivono in contesti più svantaggiati nei loro percorsi, promuovendo le loro aspirazioni. Il buon esito di DOTi nasce anche dal coinvolgimento dell’intera comunità educante, delle famiglie e delle realtà dei territori, che lavorano insieme per ridurre i rischi di dispersione scolastica e garantire a bambine, bambini e adolescenti gli strumenti necessari per sviluppare i propri talenti, a prescindere dalle condizioni economiche di partenza”, dichiara Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Quello dell’Educazione è stato uno dei temi basilari della Soka Gakkai fin dalla sua fondazione nel 1930, come strumento sia di equità sociale che di empowerment dei giovani e del loro valore come espressione del futuro. Il progetto DOTi si integra dunque perfettamente con quelli che sono i nostri valori e il nostro intento”, sottolinea Anna Conti, Presidente della Commissione 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.
Ne è un esempio la storia di Giovanni, che proviene da un contesto economico difficile, con un rendimento scolastico discontinuo. Il progetto DOTi gli ha consentito di accedere a un corso professionalizzante di saldatura e adesso Giovanni si dedica allo studio con più costanza e dedizione.
“Il corso da saldatore è stato molto importante sia da un punto di vista umano sia da quello professionale “ spiega Giovanni “ Ho vissuto un’esperienza fantastica che mi ha portato a rivalutare la possibilità di iscrivermi all’Università , per esempio alla facoltà di Biotecnologie. So che dovrò continuare a lavorare per mantenermi negli studi ma ho capito che la conoscenza permette di arrivare più lontano”.
Le doti educative sono diventate inoltre negli anni una “buona pratica” che, grazie all’intervento di Save the Children, è stata in alcuni casi adottata dagli enti istituzionali che hanno fatto proprio lo strumento, inserendolo negli interventi pubblici a favore dei minori. È il caso del comune di Potenza, dove le doti educative sono state inserite nel Piano di Zona 2023-2024 come strumento di contrasto alla povertà educativa, ma anche il caso de L’Aquila dove le doti sono state adottate dall’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni, che ha sostenuto direttamente alcuni interventi. A Udine, invece, sଠè creata una forte sinergia con gli Assistenti Sociali del Friuli Centrale che ha permesso di estendere la metodologia delle doti educative oltre il territorio cittadino e di promuovere un percorso di empowerment dei servizi sociali per la gestione dei casi di minori fragili.
In generale, su tutti i territori coinvolti (9 città – Ancona, Brindisi, Catania, L’Aquila, Milano, Palermo (quartieri Zen e Zisa), Potenza, Roma, Udine – in 8 regioni) è stata avviata una buona collaborazione tra le realtà associative partner del progetto e i servizi sociali di zona, che a diversi livelli e con interventi mirati, hanno favorito la diffusione dello strumento della dote educativa per rispondere ai bisogni emergenti di bambine, bambini e adolescenti. AGIPRESS