AGIPRESS – Il mercato dell’auto nell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK), dopo aver chiuso il 2024 con una crescita striminzita, cioè dello 0,9% sul 2023 e con un calo di ben il 18% sulla situazione precedente la crisi innescata dalla pandemia, inizia il 2025 con un calo del 2,1% sul gennaio 2024 e del 18,8% sulla situazione ante-crisi (gennaio 2019). Nessuno dei cinque maggiori mercati dell’area, che complessivamente valgono il 69,9% delle immatricolazioni, è in buona salute. La situazione peggiore è quella della Francia, che in gennaio perde ben il 6,2% sullo stesso mese dell’anno scorso e il 26,1% su gennaio 2019. Il più importante mercato nazionale dell’area, quello della Germania, fa registrare un -2,8% su gennaio 2024 e -21,9% sullo stesso mese del 2019. Male va anche l’Italia con cali del 5,8% su gennaio 2024 e del 19,1% su gennaio 2019. La Spagna ha un modesto recupero in gennaio (+5,3%), ma un forte calo sui livelli ante-crisi (-22,7%). Il Regno Unito, in cui si stanno facendo grandi sforzi per imporre l’auto elettrica, accusa un calo del 2,5% su gennaio 2024 e del 13,5% sulla situazione ante-crisi.Come ormai è ben noto, la crisi del mercato dell’auto in Europa dipende essenzialmente dalla transizione energetica decisa dall’Unione Europea, che sta cercando di imporre l’auto elettrica con una soluzione che in nessuna altra parte del mondo è stata imposta e cioè il divieto dal 2035 di immatricolare auto con motorizzazioni non elettriche. Né si può pensare che in altre aree del mondo si penserà in futuro al dominio esclusivo dell’auto elettrica e, in particolare, non si può certo ritenere che l’esempio europeo possa fare scuola negli Stati Uniti di Trump. Come è noto, a partire da marzo l’Unione Europea dovrebbe però rivedere la sua politica per la transizione all’elettrico e in questo quadro si inserisce il tentativo, fortemente sostenuto anche da ambienti industriali, di creare uno spazio per soluzioni non totalmente elettriche, ma comunque con emissioni più contenute di quelle delle auto tradizionali, come le ibride plug-in e le ibride range extender, che rendono meno traumatico per chi guida l’automobile il passaggio dalle auto a combustione interna all’auto elettrica. Il tentativo è generoso, commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, ma non tiene conto del fatto che l’auto elettrica non è particolarmente gradita dal pubblico non solo per il fatto di essere una soluzione meno efficiente per la mobilità, ma anche perché è una soluzione che va al di là della capacità di spesa di una parte molto importante degli acquirenti di auto, questione, quest’ultima, che non viene certo risolta dalle auto elettriche plug-in e dalle range extender che non sono, per il momento almeno, alla portata dei più.
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