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20 Febbraio 2025

Il viaggio del femminismo: “A Penelope che prende la valigia”

AGIPRESS – FIRENZE – Cosa mettere nel bagaglio della propria figlia perché sia pronta ad affrontare il mondo con coraggio, speranza e consapevolezza? Cristina Manetti risponde a questa domanda con il suo libro “A Penelope che prende la valigia”, un romanzo epistolare dedicato alla figlia dodicenne e alle sue coetanee, per accompagnarle nel viaggio verso la vita adulta con parole potenti e strumenti di
crescita. Il libro sarà presentato lunedì 24 febbraio alle 18.30 presso Giunti Odeon a Firenze, con la
partecipazione di Maria Elena Viola, direttrice di Donna Moderna, e dell’attrice Nancy Brilli, che
darà voce ad alcuni estratti del testo in una lettura scenica. Si prevede, inoltre, che il libro diventerà
un reading teatrale, portando sul palco le parole potenti che accompagnano le nuove generazioni nel
viaggio verso la parità e l’autodeterminazione.
L’idea della valigia nasce da un incontro dedicato al potere delle parole nell’ambito di “Toscana
delle donne”, un progetto ideato dalla Manetti per promuovere i diritti, i talenti e il merito femminile in modo innovativo e non convenzionale. Nato senza aspettative, questo progetto è diventato nel tempo un appuntamento di riferimento per il dibattito sui diritti delle donne, riunendo voci dell’arte, del cinema, della musica, del giornalismo e della scienza. Nel suo libro, Cristina Manetti, ha immaginato di riempire una valigia di parole che, se ben adoperate, possono diventare fatti e cambiare il futuro, proprio come è accaduto a molte donne prima di noi. Utilizza l’immagine del viaggio per raccontare l’eredità delle battaglie femministe, un percorso che si tramanda di generazione in generazione. Penelope, la protagonista del libro, rappresenta tutte le giovani ragazze che si affacciano al mondo con sogni e speranze, ma anche con ostacoli da superare.
La sua valigia è colma di parole potenti, strumenti indispensabili per affrontare un viaggio lungo e
complesso. Diventa così un simbolo di resilienza e speranza, ma anche di scelta consapevole.
Riempirla con termini come coraggio, libertà, tenacia, rispetto e speranza significa equipaggiarsi
per affrontare le sfide della vita, mantenendo saldi la propria identità e i propri valori. Questo
bagaglio non è solo personale, ma rappresenta un’eredità collettiva, costruita con le voci, le
esperienze e le lotte di chi ha spianato la strada prima di noi. Queste parole diventano alleate
potenti, capaci di abbattere stereotipi, superare pregiudizi e costruire un futuro più giusto. Manetti
lo sottolinea scegliendo anche parole come compassione, intesa come empatia e ascolto, gentilezza e allegria, che riscattano la loro connotazione stereotipata per diventare espressioni di
forza e consapevolezza. Il viaggio del femminismo è un percorso di trasformazione collettiva, in cui ogni generazione aggiunge qualcosa alla valigia. Ogni conquista, ogni voce, ogni parola scelta con cura si somma a quelle di chi ha lottato prima, creando un bagaglio sempre più ricco e potente. È un viaggio che attraversa i confini geografici e culturali, che abbraccia differenze e pluralità, perché l’esperienza femminile non è mai univoca, ma complessa e sfaccettata.
Nel mondo classico, il viaggio era associato all’eroe maschile, simbolo di avventura e conquista.
Da Ulisse a Enea, il viaggio rappresentava la ricerca dell’identità e del destino, il confronto con
l’ignoto e la prova del coraggio. Tuttavia, c’è un altro viaggio, più silenzioso ma altrettanto epico:
quello di Penelope, che resta ferma ma percorre un cammino interiore fatto di attesa, resistenza e
saggezza. Cristina Manetti raccoglie questa eredità classica e la attualizza, trasformando Penelope da figura statica ad esploratrice del futuro. La sua Penelope prende in mano la valigia, non aspetta più l’eroe che torna, ma parte per il proprio viaggio, consapevole di avere gli strumenti per affrontare il mondo. Come per Ulisse, il viaggio è pieno di insidie e prove, ma nel caso di Penelope si tratta di ostacoli culturali, stereotipi di genere e pregiudizi sociali e Manetti descrive questo viaggio come un cammino di parole, perché è attraverso il linguaggio che si costruiscono le identità e si cambiano le narrazioni. “A Penelope che prende la valigia” è un manuale di viaggio per le nuove generazioni, un invito a diventare artefici del proprio destino, scegliendo con cura le parole da mettere in valigia, perché le parole possono cambiare il mondo.

(Prof.ssa Marianna Olivadese)

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