L’intervento del Presidente della Repubblica all’assemblea annuale di Anci, a Firenze: far valere le ragioni e le proposte del cambiamento istituzionale e costituzionale
AGIPRESS “ FIRENZE – Dal rinnovamento istituzionale che “ancora fatica a prendere corpo e si scontra con ostacoli e resistenze”, alla ineludibilità delle riforme “ “non se ne può più discutere a vuoto” “ fino al “drammatico bisogno” di liberarci da “contraddizioni antiche e recenti, da radicate e paralizzanti pastoie che impediscono un più ampio dispiegarsi di energie e potenzialità che il nostro Paese pure possiede”. Sono questi solo alcuni dei principali passaggi dell’intervento pronunciato nel pomeriggio di oggi (mercoledଠ23) dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella prima delle tre giornate della XXX assemblea annuale dell’Anci, di scena fino a venerdଠ25 alla Fortezza da Basso, a Firenze. Il Presidente ha invitato a smettere di “discutere a vuoto” perché nelle “contraddizioni e inefficienze” di alcune istituzioni “risiede una non marginale ma pesante concausa della stagnazione, della capacità di crescere e competere della nostra economia”, della crisi e soprattutto della disoccupazione, in particolare quella giovanile. Dunque, è il monito di Napolitano, “non si possono giustificare e subire posizioni che confluiscono in un fronte di resistenza conservatrice, ben al di là di osservazioni e controproposte di merito. Bisogna far valere col massimo sforzo argomentativo e persuasivo le ragioni e le proposte del cambiamento istituzionale e costituzionale”. Per quanto riguarda, in particolare, la riforma della legge elettorale, ha detto ancora il presidente, la revisione del ‘‘Porcellum” è assolutamente necessaria “‘per regolare su basi più lineari la competizione per il governo in un’effettiva democrazia dell’alternanza”. Per questa esiste un “limite estremo”, ovvero la sentenza della Corte Costituzionale fissata per il 3 dicembre. A questo proposito Napolitano ha ricordato il precedente del 1993 quando “non ci arrendemmo al fuoco di sbarramento contro le riforme e guai se non fossimo andati avanti”.
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