AGIPRESS – Difficile fare previsioni in un momento così complesso dal punto di vista geopolitico ed economico. Di sicuro per provare a immaginare un futuro auspicabile per il settore bisogna tenere conto di alcuni elementi negativi. La moda è un settore ad alta intensità di lavoro (e quindi con margini contenuti), con una elevata presenza di attività irregolari, e si trova a fronteggiare il progressivo invecchiamento della popolazione italiana che indebolisce il mercato interno. Ma esistono anche alcuni punti di forza del comparto sui quali poggiare. L’apprezzamento per la professionalità italiana è globale soprattutto per la fascia alta e a maggior valore aggiunto. Spaventano i dazi annunciati dagli Usa ma in compenso stanno crescendo le esportazioni in altre importanti aree del mondo, dall’Asia ai Paesi del Golfo. Nonostante i lunghi anni di crisi le imprese italiane sono riuscite a presidiare stabilmente i mercati internazionali.
“In un settore che sta attraversando un momento di forte difficoltà è necessario agire insieme, associazioni di rappresentanza delle imprese artigiane e sindacati, per promuovere congiuntamente azioni a sostegno della filiera della moda che coinvolgano Politica e Istituzioni. È necessario che vi siano strumenti che consentano di superare il limite dimensionale, favorendo le unioni attraverso la creazione di consorzi, accordi di rete, fusioni societarie con il sostegno pubblico. A questo va aggiunto un intervento netto in tema di politiche energetiche e una sostanziale rivisitazione delle normative a sostegno del Made in Italy. Inoltre, per combattere il dumping economico-contrattuale e rafforzare legalità, diritti e competitività, per scongiurare la fuoriuscita dalle aziende di personale qualificato verso settori più attrattivi, dobbiamo impegnarci insieme su un modello di relazioni industriali che porti a proposte concrete da avanzare al decisore politico. Va, infine, rafforzata la bilateralità negli ambiti previsti, efficace modello paritetico indispensabile proprio alla luce della parcellizzazione delle imprese in questo settore. Infine, dobbiamo fare sistema per migliorare il welfare e le condizioni dei luoghi di lavoro. Per mettere le persone nelle condizioni di fruire delle opportunità di migliorare il proprio presente e il proprio futuro, con salute e previdenza”. Così i segretari generali della Filctem, Femca, Uiltec, Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Daniela Piras.
“La moda italiana ha futuro e continuità. Rimaniamo la manifattura d’Europa per quanto attiene le produzioni di qualità, dobbiamo preservare questo patrimonio. Con le organizzazioni sindacali dobbiamo condividere un percorso di supporto a favore del lavoro, delle imprese, dell’occupazione. Le imprese italiane possono continuare a essere protagoniste sui mercati internazionali. Per farlo devono essere messe nelle condizioni di investire. Di conseguenza chiediamo una politica industriale che lo permetta. Oggi serve un sostegno anche sul fronte della liquidità, chiediamo allora misure per una politica del credito a supporto del sistema moda italiano, un decreto legge ad hoc per facilitare il credito al sistema moda”. Così il presidente di CNA Federmoda, Marco Landi.