Tanti i riconoscimenti nel mondo, percorso più difficile invece in Italia.
AGIPRESS – FIRENZE – Aiutare lo spettatore a comprendere la realtà difficile e dolorosa di chi vive l‘Alzheimer, sia in prima persona che indirettamente, nella consapevolezza che la malattia di Alzheimer porta via gli affetti, i ricordi, la vita passata presente e futura, conducendo molti familiari ad isolare se stessi e il malato. Una malattia che può portare via la luce dagli occhi, ma certamente non dal cuore. E cosଠil regista toscano Domenico Costanzo nel suo film “Ho sposato mia madre” mette al centro tutti gli aspetti anche controversi del rapporto tra figli e genitori malati di Alzheimer, toccando le sfumature negative ma anche quelle positive, con l’obiettivo di giungere al cuore delle persone, sensibilizzandole. Una scelta forte, ma che grazie all’amore e alla speranza trasmette la forza a caregiver e pazienti di affrontare il dolore vivendo appieno le emozioni. “Ho sposato mia madre” è una storia d’amore tutta speciale con la straordinaria interpretazione di Nicola Pecci, nei panni di un uomo che deve ricostruirsi la vita, e di Rosanna Susini, nella parte della madre affetta da confusione mentale, che, paradossalmente, diventa un risorsa per far scoprire a Nicola un mondo che non sospettava esistesse. E cosଠsi scoprono energie piene di amore e di voglia di vivere da parte degli anziani, si scopre l’amore che si incontra mentre si affrontano le difficoltà per dare un futuro alla famiglia, si riscoprono gli affetti familiari più preziosi, feriti sଠda un’estrema debolezza, ma per niente bruciati. La domanda che il regista e produttore Domenico Costanzo si pone anche nelle situazioni più esilaranti del suo film, è “Cosa resiste nel cuore e nella vita anche quando tutto sembra perduto?”. E ancora: “È possibile sconfiggere l’isolamento, superare la frattura che si crea nella vita quando una persona carissima si ammala?” Il motore determinante alla base di tutto è l’amore, grazie al quale si riesce a guardare avanti.
IL FILM NEL MONDO – Un film di valore e successo che sta ottenendo una serie di riconoscimenti da parte di autorevoli Festival cinematografici nel mondo. Ne sono un esempio la selezione ufficiale nel concorso Internazionale di Las Vegas, di Miami, di Los Angeles, dei Cinque Continenti e in Gran Bretagna dove ha vinto degli importanti riconoscimenti. Inoltre “Ho sposato mia madre” è nella selezione ufficiale dell’importante Festival Diorama in India e finalista nei concorsi European ed Asian Awards, e a Hollywood dove il film verrà proiettato durante il Festival Golden State, in uno dei più importanti cinema del mondo: “Il Chinese Theatre”, dove si sono svolte diverse edizioni degli Oscar. In Italia purtroppo il percorso è decisamente più complesso, tanto che il film non ha ad oggi trovato uno sbocco distributivo. Speriamo sia solo questione di tempo e non di logiche di marketing. Sarebbe un peccato se un film che insegna a pensare, riflettere ed emozionare su un tema cosଠtanto delicato quanto dilagante, trovasse poco spazio proprio in casa propria. Per adesso viviamo lo straordinario percorso del film nel mondo.
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