DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

12 Marzo 2025

HIV, EPATITI E IST: DAL MINISTERO DELLA SALUTE IL RILANCIO PER PREVENZIONE

AGIPRESS – Roma, 12 marzo 2025 – L’Italia accelera nella lotta alle Infezioni Sessualmente Trasmesse, all’HIV, alle Epatiti. Un cambio di marcia inevitabile visto che i contagi sono in aumento e la conoscenza dei giovani è molto limitata, come emerso nella docu-inchiesta video “Sesso&Confesso”. Per questo sono importanti iniziative come quelle presentate al Ministero della Salute in occasione dell’incontro scientifico-istituzionale “Dalla consapevolezza al trattamento: nuove strategie contro IST, HIV ed epatiti”, primo appuntamento della quarta edizione del progetto “La Sanità che vorrei…”, moderato dal giornalista scientifico Daniel Della Seta, organizzato da Aristea International, promosso dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in collaborazione con altre società scientifiche (in questa occasione AISF, SIMaST, SIMG, SIMSPe, SIPaD), politici, associazioni pazienti come EpaC ETS e Circolo Mario Mieli, istituzioni.

I RISULTATI DELLA RICERCA CONTRO HIV E HCV – I risultati della ricerca scientifica nella lotta a HIV ed Epatiti sono stati esposti in apertura dal Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT, e dal Prof. Claudio Mastroianni, Past President SIMIT. “Grazie alla terapia antiretrovirale, l’infezione da HIV può essere oggi considerata una condizione cronica, con una prospettiva di vita sempre più simile a quella della popolazione generale – ha sottolineato il Prof. Massimo Andreoni – Con una terapia regolare, la viremia può essere azzerata, rendendo il virus non trasmissibile. Inoltre, i farmaci cosiddetti long acting permettono somministrazioni a intervalli più ampi, migliorando l’aderenza; in tema di prevenzione, diversi studi sulla Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) e in particolare sulla sua versione “long acting” hanno mostrato risultati straordinari: nei soggetti non infetti ma ad alto rischio, la PrEP, infatti, permette di evitare di contrarre l’infezione. Tuttavia, resta un ampio sommerso, come dimostrano le numerose diagnosi tardive, con pazienti talvolta già in AIDS. Inoltre, la PrEP è disponibile solo nella formulazione orale, ma è auspicabile che presto venga approvata da AIFA anche la Long Acting PrEP, che permetterebbe una copertura preventiva anche per due mesi”. “I nuovi farmaci ad azione antivirale diretta permettono di eradicare il virus dell’Epatite C definitivamente, in poche settimane e senza effetti collaterali – commenta il Prof. Claudio Mastroianni – Negli ultimi anni in Italia sono stati trattati oltre 250mila pazienti, ma questo ultimo miglio è il più faticoso: numerosi pazienti affetti dal virus non ne sono consapevoli, il cosiddetto “sommerso”, stimato a livello nazionale in circa 200-300mila persone da trattare. Il Governo nel 2020 ha messo a disposizione delle Regioni 71,5 milioni di euro per effettuare screening e linkage to care, ossia test e avvii al trattamento, con l’obiettivo di coinvolgere i nati tra il 1969 e il 1989 e le cosiddette popolazioni speciali, come detenuti o tossicodipendenti”.

IL PIANO DEL MINISTERO LANCIA L’ITALIA IN EUROPA – Fari puntati sul “Piano nazionale strategico” realizzato dal Ministero per HIV, Epatiti virali e IST, illustrato dalla Dott.ssa Anna Caraglia, ex Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute. Attualmente è all’attenzione del Ministro della Salute Orazio Schillaci e sarà poi portato all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni. Una volta completato l’iter, questo progetto potrà rendere l’Italia il primo Paese in Europa a lavorare su obiettivi così estesi e ambiziosi: migliorare l’accesso ai test; creare un network tra centri hub e spoke sul territorio; formare il personale sanitario; assegnare un ruolo più incisivo alla scuola; coinvolgere il terzo settore nei processi di formazione e informazione; favorire le misure di prevenzione; incentivare le regioni a strutturare dei PDTA.

LA PARTECIPAZIONE DEL PARLAMENTO – Nella tavola rotonda istituzionale intitolata “Progetti di screening e avvio al trattamento: dai fondi nazionali alle attività sul territorio. Esperienze locali a confronto”, l’On. Luciano Ciocchetti, Vicepresidente XII Commissione Affari Sociali, Camera, ha offerto una sponda al Ministero con il rilancio dell’impegno della prevenzione sul territorio, con le stesse case di comunità che dovranno svolgere un ruolo anche su queste infezioni e offrire anche un servizio di assistenza psicologica di base. La Sen. Elena Murelli, Membro 10ª Commissione, Affari sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale, Senato, ha sottolineato l’importanza del prolungamento degli screening per l’Epatite C al 31 dicembre 2025, sebbene sia necessario uno sforzo maggiore da parte delle regioni e la piena disponibilità a supportare l’azsione del Ministero.

EPATITE C, SERVE UNO SFORZO DELLE REGIONI – La sessione “Dall’emendamento del 2020 alla proroga al 2025: un nuovo anno di fondi per eliminare il virus. Il bilancio di metà decennio. Il Libro Bianco AISF come stimolo alla prevenzione” ha portato alla luce la necessità di allargare le coorti delle popolazioni su cui eseguire gli screening. Il rallentamento degli ultimi anni è stato messo in luce dalla Prof.ssa Loreta Kondili, Centro Nazionale per la Salute Globale dell’ISS: come ha spiegato, sono stati scovati quasi 15mila pazienti nell’ultimo periodo, quindi se dovesse mantenersi questo andamento difficilmente potrà raggiungersi l’obiettivo auspicato dall’OMS di un’Italia libera dall’HCV entro il 2030. Concetto confermato anche da Ivan Gardini, Presidente EpaC ETS, che si è concentrato anche sulle altre patologie del fegato messe in luce dal Libro Bianco delle Patologie Epatiche pubblicato da AISF nelle scorse settimane. Le iniziative per le popolazioni speciali sono state illustrate dal Prof. Sergio Babudieri, Direttore Scientifico SIMSPe, dove la prevalenza di HCV in carcere appare in calo, e da Claudio Leonardi, Presidente SIPaD. La Prof.ssa Vincenza Calvaruso, Segretario AISF, ha allargato il discorso anche all’Epatite Delta, per la quale esiste un nuovo farmaco, bulevirtide, che permette di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti, e alla riattivazione dell’Epatite B negli immunodepressi. Un documento congiunto tra le società AISF e SIMIT è in via di definizione per orientare gli specialisti epatologi e infettivologi sul tema. Federico Riboldi, Assessore alla Sanità, Regione Piemonte, ha condiviso la propria esperienza locale, ricordando gli effetti della pandemia sull’andamento degli screening e sulla necessità di adeguata campagna informativa e formativa.

HIV E IST, LA RICERCA DI UN NUOVO APPROCCIO AI GIOVANI – Un nuovo modo di comunicare è stato il filo conduttore che ha animato la tavola rotonda “HIV, tra diagnosi tardive e nuove sfide dell’infezione. Le terapie “su misura” e gli strumenti preventivi innovativi (PrEP Long Acting). Le IST e la scarsa informazione dei giovani”. Nonostante i progressi scientifici, restano scarsa consapevolezza e persistenza dello stigma. Le conquiste di questi anni sono state analizzate dal Prof. Alberto Matteelli, Professore Ordinario di Malattie Infettive e Tropicali Università di Brescia, e dalla Prof.ssa Anna Maria Cattelan, Professore Associato di Malattie Infettive, Università di Padova, tra le rappresentanti italiane in queste ore presente al CROI negli USA e tra i presidenti del Congresso ICAR in programma a Padova dal 21 al 23 maggio. L’aumento dei contagi da HIV e di clamidia, gonorrea, sifilide, è stato al centro dell’intervento di Barbara Suligoi, Responsabile del Centro Operativo AIDS, ISS. La diffusione delle IST soprattutto tra i giovani è stato oggetto di approfondimento da parte di Luca Bello, Presidente SIMaST. Il ruolo di filtro che possono svolgere i medici di famiglia è stato analizzato da Gianmarco Rea, Segretario SIMG Lazio, che ha auspicato l’attuazione di un nuovo processo per i medici di famiglia. “L’HIV resta una delle più urgenti sfide di salute pubblica nel nostro Paese. È un’infezione cronica che porta con sé effetti di grande impatto dal punto di vista socioeconomico – ha commentato Vincenzo Palermo, Consiglio Direttivo, Coordinatore Gruppo di Lavoro Prevenzione Federchimica Assobiotec e Amministratore delegato di ViiV Healthcare – Guardando ai numeri italiani, l’emergenza è chiara: l’incidenza è tornata a crescere negli ultimi anni e si va a sommare ai circa 123.000 che sono in terapia mentre 8/10.000 individui portatori del virus sono totalmente inconsapevoli. Questo non è solo un tema sociale, ma anche economico visti i costi consistenti che il sistema sanitario affronta, tra farmaci ed ospedalizzazioni dirette o per sopraggiunte comorbilità ad incidenza superiore rispetto la popolazione senza infezione. Per mitigare l’impatto l’unica strategia possibile continua ad essere la prevenzione e la Profilassi pre Esposizione (PrEP) con indiscusse evidenze per contenere le nuove infezioni. La PrEP in formulazione Long-Acting non può mancare come scelta clinica per far fronte alle difficoltà di aderenza per le sottopopolazioni fragili e vulnerabili”.

ROMA CAPITALE PRESENTA LA SUA CANDIDATURA A “FAST TRACK CITY” – Anche in questo ambito molto può essere fatto dalle realtà locali, come hanno spiegato la sindaca di Bergamo Elena Carnevali e Nella Converti, Presidente Commissione V, Politiche Sociali e della Salute, Comune di Roma. Il capoluogo lombardo è Fast Track City dal 2019, con una capillarità dell’offerta di servizi di informazione e prevenzione. La Capitale, invece, ha avviato a novembre 2024 l’iter per aggiungersi a questa rete con una mozione approvata dal Consiglio, che ha impegnato il sindaco e la Giunta sottoscrivere la dichiarazione di Parigi per mettere in campo una strategia nella lotta all’HIV.

COME COMUNICARE LE NUOVE TERAPIE TRA TEATRO E CULTURA DELL’INFORMAZIONE – L’importanza di misure come l’accessibilità alla PrEP e la richiesta della sua somministrazione long acting, l’accesso ai test, la lotta allo stigma sono stati approfonditi da Massimo Farinella, Responsabile Salute Circolo Mario Mieli. La necessità di dar vita a un nuovo modello di comunicazione che rinnovi totalmente l’approccio nei confronti dell’infezione da HIV è stata analizzata da Elena Di Cioccio, attrice e conduttrice, in scena con uno spettacolo a forti tinte autobiografiche, pedagogico e umoristico, per fare cultura e formazione agli operatori coinvolti e al pubblico contro lo stigma sociale, e da Sergio Iavicoli, Direttore Generale della Comunicazione, Ministero della Salute, che ha concluso i lavori con un’attenta analisi delle nuove modalità di espressione delle istituzioni in stretta collaborazione con tutti gli attori. Agipress

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