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1 Marzo 2023

Guinea Equatoriale, l’Africa che non ti aspetti


AGIPRESS – Foreste intatte, mare caraibico e nuovissime strutture che parlano italiano. Si affaccia quasi in sordina nel panorama turistico internazionale, ma ha tutte e caratteristiche per diventare una meta molto apprezzata da chi cerca un’Africa poco conosciuta e lontana dagli stereotipi. E’ la Guinea Equatoriale, piccolo stato confinante con Camerun, Gabon, Golfo di Guinea: solo 28 051 km² (poco più della Sicilia), con circa un milione e mezzo di abitanti, ma ricchissimo grazie al petrolio, infatti è il terzo produttore dell’Africa sub-sahariana, dopo la Nigeria e Angola. E’ un Paese senza debito pubblico, non c’è quasi analfabetismo (lingue ufficiali lo spagnolo e il francese, la religione è quella cattolica), la scolarizzazione è elevata, la viabilità è molto buona grazie a nuovissime autostrade, città e villaggi sono ben tenuti, stanno sorgendo nuove strutture turistiche e, cosa molto importante, dal settembre 2022 è stata abolita la pena di morte (è stato il 25° Stato africano a farlo). “Credo che la Guinea Equatoriale abbia molto da offrire al turista: è un Paese con una natura ancora intatta, ha un mare bellissimo e foreste impenetrabili. Ed è senza rischi, né sanitari né d’altro genere. Certo c’è ancora molto da fare, ma stanno sorgendo strutture belle e confortevoli, e la popolazione è molto ospitale” afferma Catalina Martinez Asumo, Segretario di Stato per il turismo, che conosce bene l’Italia, dove ha vissuto, poi è tornata nel Paese natale e ora si propone di farlo conoscere al mondo.

La Guinea Equatoriale si raggiunge dall’ Italia con collegamenti aerei di Air France, Ethiopian Airlines, Royal Air Maroc. L’aeroporto internazionale è a Malabo “ 250mila abitanti- ,la capitale, nell’isola di Bioko.

A Malabo ci sono strutture di grandi catene alberghiere, (molto belle, ottima cucina), un’università , ospedali, la Catedral de Santa Isabel del XX secolo dove alla domenica si svolge una suggestiva Messa cantata, il verdissimo Parco Nazionale che ospita anche un Museo di arte contemporanea. E’ da vedere Finca Sampaka , dove si produce cioccolato fin dal 1906, quando la fabbrica sorse in una casa coloniale. L’azienda è famosa sia per la squisita cura nella selezione che nel processo produttivo, e da qui esce uno dei migliori cacao dell’isola e, dicono gli intenditori, anche del mondo. Si possono assaggiare diversi gusti e con differenti percentuali di cacao, ed è inevitabile fare qualche acquisto.

L’isola di Bioko è da scoprire, con le sue cascate sul mare, la spiaggia di Arenas Blancas, il villaggio di Ureka, la cittadina di Moka da dove si può fare trekking. Se si ha tempo, è consigliabile visitare il Pico Basilé, un vulcano che fa parte del Pico Basilé national Paek creato nell’aprile del 2000: coi suoi 3.11 metri è la montagna più alta del paese e dalla sommità di gode una bellissima vista del monte Cameràºn. La strada è buona e attraversa una foresta con bambù giganteschi e felci mai viste, alte come alberi. Da Malabo si arriva a Bata, sul continente, con un’ora di aereo. Città di quasi 300mila abitanti, vanta Il “Paseo maritimo”, un bel lungomare recente, lungo 15 km, che inizia dalle spiagge di Ukomba a Iyubu, e interessa quasi tutte le spiagge dell’area urbana di Bata. A metà , il lungomare si unisce alla struttura del porto vecchio di Bata, dove si trova la Torre Libertad, alta 63 metri, che ingloba un ristorante circolare. A Bata ci sono negozi, supermercati, bar e ristoranti di stampo occidentale, ma la città non rinnega certo il suo cuore africano nei numerosi mercati dove si vende di tutto, in particolare cibo. Tra gli alberghi spicca il nuovissimo e lussuoso Grand Hotel Bata, che ha persino un eliporto sul tetto.

Da Bata in due ore di auto, lungo una bella strada che taglia una foresta impenetrabile, si arriva a Djibloho “ il nome vuol dire “meraviglia”-, la nuova città che sorge dove ha avuto i natali il Presidente ed è destinata a diventare la nuova capitale. Qui sorge, proprio per volere del presidente, il Grand Hotel Djiblho (www.grandhoteldjibloho.com) che… parla italiano. Vincenzo Presti è il general manager con la sua équipe di manager internazionali è alla guida di questa struttura con marmi di Carrara e lampadari di Murano con 450 camere e 50 ville, campo da golf, piscine, cinque ristoranti (alla guida c’è l’executive Chef Pasquale Ferrara), la discoteca, una sala congressi da 1.200 posti ed altre sale, una Spa di 2000 mq., una suite presidenziale di 2.000 mq e persino una clinica medica con due sale operatorie e uno studio dentistico: un complesso costato 350 milioni di euro. E’ un albergo a ridosso della foresta, e dalla foresta arrivano tre “ospiti fissi”: tre giovani scimpanzé molto socievoli e molto coccolati dai turisti. Dal Grand Hotel Djiblo si possono visitare villaggi tipici e fare diverse escursioni. Molto particolare è Mongomo, piccolo paese dove sorge la Cattedrale dell’Immacolata, ispirata a San Pietro di Roma, con i lunghi portici e i marmi italiani all’interno. Ed è come ritrovare un piccolo lembo d’Italia nel cuore dell’ Africa. Ma la Guinea Equatoriale è anche mare, e da non perdere è una gita a Corisco, un’isola “ 14 kmq- che si è meritata di appellativo di “Maldive della Guinea Equatoriale”, a 29 km dalla costa, a sud-ovest dell’ estuario del fiume Muni che segna il confine col Gabon. Si raggiunge in traghetto dalla cittadina di Kogo, sull’ estuario del Rio Muni. Ha belle spiagge ombreggiate da palme e una lingua di sabbia che si allunga in un mare incredibile. Si può pernottare in un albergo nuovissimo e molto confortevole, nel villaggio, Gobe, con la chiesa dalla curiosa forma di un ferro da stiro. Altro gioiello in tema di mare è l’isola di Annobà³n, che dista 500 km dalle coste della Guinea Equatoriale e 600 km dall’isola di Bioko. Nasce da un vulcano spento sulle cui pendici si può fare trekking fino al lago Mazafim, poi ci si può rilassare sulle belle spiagge, tra cui spicca Playa de Amor. Fra luglio ed agosto si possono avvistare le balene megattere. Un’altra sorpresa di questo piccolo grande paese chiamato Guinea Equatoriale. AGIPRESS

di Gloria Ciabattoni

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