AGIPRESS – Siamo in 30 milioni a buttare giù tutte le mattine, insieme al caffè, una serie di pillole colorate che, sommate tutte insieme, producono nel nostro Paese un giro d’affari per oltre 4 miliardi di euro. Sono gli integratori alimentari “ vitamine, probiotici, sali minerali, estratti vegetali, fibre etc. “ di cui il Belpaese, nonostante il prezzo al dettaglio di questi prodotti si collochi in una fascia medio-alta, è primo consumatore in Europa, seguito da Germania, Francia e Spagna.
Una routine in costante crescita “ l’aumento medio negli ultimi 10 anni è stato del 9,8% “ che accompagna uno stile di vita improntato sullo sport, la corretta alimentazione e il benessere in generale. Stando ai dati raccolti da una recente ricerca di Future Concept Lab, lo stile di vita adatto a preservare il proprio benessere si basa infatti per il 29,6% degli intervistati su un’alimentazione adeguata, per il 21,7% sulla capacità di ritagliarsi pause di relax e per il 20,08% su un’attività fisica costante: trasversale in questo trend è l’utilizzo di integratori alimentari cui viene attribuito un ruolo di “supporto per rafforzare l’abitudine a mangiare sano e a fare movimento”.
A spingere sempre di più al consumo di questi integratori sarebbe una rinnovata attenzione per il proprio benessere basato su una triade virtuosa che vede la salute al primo posto con il 60% di adesioni, l’ambiente al secondo e l’alimentazione al terzo, che gli italiani hanno scelto di inserire nella propria vita quotidiana come base del proprio benessere. Sempre i dati rivelano che, nell’ultimo anno, oltre il 73% degli italiani ha assunto integratori almeno una volta, e tra questi ci sono soprattutto adulti tra i 35 e i 54 anni con una leggera prevalenza femminile.
A guidare nella scelta degli integratori è nella maggior parte dei casi (48,4%) il medico curante o il farmacista (36,3%) seguiti dai professionisti della medicina alternativa, come i terapisti, i nutrizionisti e i fitoterapisti (19%), da familiari, amici e colleghi (16%), da ricerche su Google (14%) e dalle erboristerie (9%). Il luogo d’acquisto vede la farmacia e/o la parafarmacia in pole position (70%), cui si accodano, con percentuali ben più ridotte, i supermercati e i siti on line specializzati in salute (entrambi al 22,4%). Ancora più indietro gli acquisti di integratori su Amazon (19,7%), nei negozi di alimenti naturali (14,2%) e quelli online sul sito web di una specifica marca (6,4%).
La motivazione ad assumere integratori alimentari, soprattutto a seguito della pandemia è, per il 30% di questi consumatori, quella di rafforzare il proprio sistema immunitario, seguita dal desiderio di mantenere tonicità mentale, regolare il sonno, e accrescere le capacità mnemoniche. L’idea di fondo, comune a tutti, è comunque quella di conservare uno stato di salute già esistente, accompagnata da una rilevata diffusa consapevolezza che gli integratori non sono farmaci e pertanto non curano ma aiutano e preservano. Tale distinzione, seppur piuttosto chiara ai consumatori, non lo è altrettanto sul piano normativo e burocratico che, nel nostro Paese a differenza di altri, sottopone gli integratori alimentari a regole e controlli piuttosto stringenti, analoghi a quelli previsti per i farmaci i quali, a detta dei produttori, rappresentano un notevole ostacolo all’innovazione del settore. AGIPRESS
Maria Carla Ottaiano – Stradenuove