Barriere e pregiudizi superabili grazie all’innovazione.
AGIPRESS – 4 italiani su 5 hanno esperienza diretta o indiretta con la disabilità . 1 intervistato su 5 ha un familiare portatore di disabilità . Eppure, c’è ancora disagio e impaccio “ in circa il 50% dei casi – di fronte a chi vive questa condizione. Conoscere la disabilità da vicino, anche solo temporaneamente, ci rende più ricettivi e sensibili al tema (questo vale per 2 italiani su 3) ma esiste un netto sfalsamento tra quanto reputiamo svantaggiate “ a livello educativo, formativo e professionale “ le persone con disabilità rispetto a come invece, al contrario, si percepiscono loro effettivamente, ovvero integrate e con buone prospettive di inclusione sotto molti aspetti. Su una cosa però l’opinione è unanime: una risposta alle sfide della disabilità sta nell’avanzamento tecnologico e nell’innovazione. Questo racconta l’indagine sulla percezione della disabilità condotta da SWG su un campione di mille italiani e voluta da Sanofi nell’ambito del Contest Make to Care, che domani sera a Roma designerà i due progetti vincitori per l’edizione 2023. Da otto anni Make to Care intercetta proposte non convenzionali e coraggiose, frutto dell’inventiva e dell’intraprendenza di studenti, designer e start up, dei pazienti stessi o dei loro caregiver o familiari, che si propongono di cambiare concretamente le prospettive quotidiane di chi vive la disabilità sulla propria pelle.
Marcello Cattani Presidente e AD Sanofi Italia e Malta afferma: “Make to Care porta avanti, da anni, una ricerca sull’open-innovation in ambito healthcare che nasce e si sviluppa anche fuori da ospedali, centri di ricerca, università ed è guidata da nuovi soggetti. Siamo entrati in contatto con decine e decine di pazienti-innovatori che ci hanno condotto in una riflessione importante sull’universo della disabilità in tutte le sue sfumature e derivazioni: impatto sociale, dinamiche di inclusione, politiche sanitarie. Con questa indagine abbiamo voluto portare un ulteriore contributo e comprendere più a fondo sfide e necessità . Come azienda che ha fatto della lotta alle malattie rare, alla sclerosi multipla e a tante patologie croniche con ricadute invalidanti la propria missione, vedo con soddisfazione una conferma di quanto tecnologia e innovazione siano percepite come fattori abilitanti verso soluzioni che possono supportare concretamente le persone con disabilità “.
LA RICERCA ha voluto approfondire l’approccio alla disabilità sotto più punti di vista – chi la vive sulla propria pelle, chi la sperimenta in quanto famigliare o caregiver e chi l’ha vissuta solo temporaneamente (ad esempio, come effetto collaterale del Covid), restituendo un quadro molto sfaccettato e complesso, che lascia spazio anche ad alcune discrepanze, talvolta paradossali. Rispetto alle opportunità di inclusione, ad esempio, i portatori di disabilità da un lato si considerano più spesso inclusi di quanto siano riconosciuti dal totale del campione, dall’altro, vedono più spesso la loro condizione in peggioramento rispetto a 10 anni fa. Certamente, emerge ancora una sorta di “inabilità sociale” verso la condizione di disabilità . Più di 1 italiano su 3 (quasi 1 su 2 quando si parla di disabilità psichica o cognitiva) ha dichiarato di non sapere come reagire e comportarsi di fronte a una persona con disabilità . Le emozioni quindi rappresentano ancora una barriera, piuttosto che una risorsa che alimenti attenzione e empatia verso una persona che vive con disabilità . Rispetto alle opportunità offerte dalla tecnologia, le innovazioni più utili, che secondo gli italiani influiscono maggiormente nell’aumento dell’integrazione nella società delle persone affetta da disabilità , sono gli strumenti che permettono di comunicare e udire a chi non può farlo (89%), quelli che consentono di muoversi in autonomia (88%) e le tecnologie che consentono di essere in contatto con amici e parenti (90%). Le tecnologie sono percepite quindi da tutti gli intervistati sଠcome fondamentali ma, anche qui, l’impatto è ritenuto più marginale rispetto alle disabilità psichiche e cognitive: il 50% dell’intero campione rimane concorde però sul fatto che è proprio sugli strumenti tecnici e tecnologici che dovrebbero concentrarsi le priorità della politica e gli incentivi a disposizione. AGIPRESS