Dalla Toscana l’impegno di Aima per adeguare progressivamente la rete dei servizi ai bisogni della Demenza
AGIPRESS – FIRENZE – IN TOSCANA circa 84.000 persone sono affette da Demenza: 27.500 uomini e 56.500 donne. Nel 2020 si prevedono 98.000 casi, nel 2030 fino a 115.000. Recenti dati affermano che in Italia il 20% della popolazione è ultra 65 enne. Firenze è la seconda città in Italia per anzianità media con il 27% della popolazione ultra 65 enne. Le ricerche provano che il 10 % circa degli ultra 65enni ha qualche forma di demenza, ne deriva che ad esempio a Firenze circa il 2,7% della popolazione è colpito da qualche forma di demenza. Firenze inoltre ha un alto tasso di persone ultra 75enni di cui il 30% vive da sola. Sono alcuni dei numeri più significativi che riguardano le demenze e l’Alzheimer in particolare ricordati dal Presidente di Aima Firenze (Associaz. Italiana Malattia di Alzheimer) Manlio Matera in occasione della XXII Giornata Mondiale Alzheimer che in Toscana verrà celebrata con iniziative nel corso di tutto il mese di settembre, riconosciuto quarto mese mondiale Alzheimer. Se ne è parlato a Firenze nel corso della presentazione del progetto “La consapevolezza del limite” nato dalla collaborazione di File con la Fondazione Pas, pensato per offrire una panoramica sulle difficoltà connesse alla comprensione di argomenti sempre più presenti nella società italiana e toscana a partire dal fatto che, nonostante il crescente invecchiamento della popolazione, la fase terminale delle malattie croniche, il lutto e la sua elaborazione, sono ancora considerati da molti come degli argomenti tabù. A presentare il progetto con la consigliera regionale Monia Monni, nella sala Montanelli di Palazzo Panciatichi, sono intervenuti anche il presidente della Fondazione Pas Mario Pacinotti, la presidente di File Donatella Carmi, il presidente di Aima Manlio Matera e l’assessore Giuseppe Matulli del Comune di Scandicci.
LA MALATTIA – La Demenza è caratterizzata da un grave e progressivo deficit delle facoltà cognitive, coma la memoria, l’orientamento, il linguaggio, la capacità di giudizio, che interferisce con lo svolgimento delle attività quotidiane in ambito familiare, lavorativo, sociale. L’Alzheimer è la forma più frequente di Demenza. Ad oggi, non sono disponibili farmaci in grado di arrestarla o di rallentarne sensibilmente la progressione. Nel decorso della malattia possono presentarsi gravi sintomi del comportamento, come inversione del ritmo sonno/veglia, allucinazioni, deliri, aggressività , che creano serie difficoltà nella cura della persona. “Più del 90% dei malati – afferma Matera – vive ed è assistito nel proprio domicilio, con gravi ripercussioni sulla qualità della vita del nucleo familiare. Il malato ha bisogno di cure e assistenza volte al contenimento dei sintomi, al mantenimento delle funzioni, alla qualità della vita. La famiglia ha bisogno di orientamento e sostegno nel lavoro di cura. L’AIMA opera, attraverso una rete di Centri di Ascolto Alzheimer, a tutela e sostegno dei malati e dei familiari. Continueremo a lavorare con le istituzioni pubbliche per sviluppare strategie di politica sanitaria e sociale e adeguare progressivamente la rete dei servizi ai bisogni della Demenza” – chiude Matera.
NECESSARIA DIAGNOSI TEMPESTIVA – Ad oggi non esiste una terapia definitiva per combattere l’Alzheimer, ma a rivestire un ruolo cruciale è una diagnosi corretta e tempestiva. Tecniche di imaging, quali la risonanza magnetica, o la PET sono strumenti potentissimi in grado di effettuare una diagnosi precoce o addirittura preclinica della malattia di Alzheimer, ossia prima che si sia dimostrata clinicamente la demenza. Effettuare la diagnosi precoce della malattia risulta fondamentale per alcune strategie terapeutiche, attualmente in fase avanzata di sperimentazione, che solo se attuate in fase precoce potrebbero modificare il decorso della malattia. Inoltre individuare con largo anticipo i soggetti che possono essere colpiti da Alzheimer significa poter prendere in carico il paziente sin dalle prime fasi e garantire un maggior livello di assistenza. Purtroppo non sono ancora note le cause alla base della malattia di Alzheimer, ma la ricerca scientifica ha fatto enormi passi avanti nell’identificazione di fattori che incrementano il rischio di sviluppare la patologia: specifiche mutazioni genetiche, età , nonché la conduzione di uno stile vita non corretto ed equilibrato, conferiscono infatti un rischio maggiore di contrarre la malattia. Studi recenti, inoltre, hanno dimostrato come l’esercizio fisico, la pratica di hobbies e i rapporti sociali agiscano da fattore protettivo non soltanto nei confronti di Alzheimer, ma più in generale delle varie forme di demenza esistenti.
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