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23 Gennaio 2024

Gigi Riva, l’ultimo capitolo della Partita degli Dei

Un ringraziamento particolare a Marino Bartoletti, che con poesia, leggerezza ed infinita conoscenza di quel mondo fantastico che è il calcio ha fatto scendere in campo anche Gigi Riva nella Partita degli Dei, libro pubblicato per la collana Universale dell’editore Gallucci. Autorizzando AgiPress alla pubblicazione di un capitolo che riassume, allo stesso tempo, delicatezza, rispetto ed educazione. Un modo per rendere doveroso omaggio ad un campione – ma soprattutto ad un uomo – realmente straordinario. L’editore

AGIPRESS – “La notizia della morte di Gigi Riva raggiunse gli Dei proprio al termine della loro partita. Lo avevano conosciuto praticamente tutti. Molti avevano condiviso i suoi momenti più belli: Giacinto, Pietro, Roberto, Tarcisio¦ Ma anche Gianluca che lo aveva avuto come capo delegazione in Nazionale (e che a Italia ’90 sperava di regalargli quel titolo che gli era rimasto in gola all’Azteca vent’anni prima). E ovviamente i grandi stranieri, a cominciare proprio dai brasiliani: Pelè e Carlos Alberto, che quel titolo invece glielo avevano sottratto. O Rei impazziva per lui: aveva cercato invano di portarlo al Cosmos, nella sua avventura americana. Gli aveva offerto la luna: ma la luna e anche il sole, per Gigi, erano solo in Sardegna. Il Grande Vecchio Titolare però capଠche, al di là dell’affetto sincero, non era quello coi suoi vecchi compagni l’incontro che Gigi avrebbe voluto fare per primo. Il tempo non sarebbe mancato: nel Luogo, l’Eternità non è certamente un modo di dire. Cerano due persone “ solo due! “ che avrebbero potuto ripagarlo col loro abbraccio del dolore di quel viaggio: suo padre Ugo e sua madre Edis. Il primo lo aveva lasciato che non aveva ancora nove anni, morto sul lavoro in fonderia, squarciato da una scheggia dopo una vita fatta di guerre e di privazioni; la seconda che si era spezzata la schiena per farlo crescere e che era morta proprio quando stava per cominciare la sua avventura calcistica in una terra che non sapeva quanto lo avrebbe amato (e quanto lui avrebbe amato) e che gli avrebbe potuto garantire la possibilità di risarcirla di tutta la sua fatica. E con loro anche Fausta, la sorella che gli aveva fatto da padre e da madre: e che lo aveva preceduto di neanche quattro anni

Il GVT li lasciò soli. Conosceva i pudori di Gigi. Non avrebbe mai voluto che qualcuno lo vedesse piangere. E l’abbraccio con suo padre e sua madre sarebbe andato ben oltre il pianto: perché erano lacrime represse da più di cinquant’anni di ricordi mai compiuti, di gioie mai condivise. Alla fine, quell’incontro lo rasserenò: lo “completò”. Gli diede finalmente quella pace che aveva cercato nella testarda e premonitrice solitudine degli ultimi anni. E tornò Gigi con la luce degli occhi. “Posso fare qualcos’altro per te?” gli chiese premurosamente il GVT. “Sà¬, mi piacerebbe fumare una sigaretta, ma non da solo: con Gianni e Fabrizio”. In Paradiso non era mai successo: ma come si poteva dirgli di no? Gianni (Mura) e Fabrizio (De Andrè) lo aspettavano già col pacchetto in mano. E con tanta voglia di parlare. Della “loro” Sardegna, del mare, della vita, del cibo, del vino, degli uomini: della quiete che avevano trovato e che ora volevano godersi insieme a lui. Un rombo di tuono fra le nuvole, suggellò la preziosa bellezza di quell’incontro fra tre Uomini Immensi”.

di Marino Bartoletti

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