AGIPRESS – Per la parità di genere, mala tempora currunt. Le prime 10 economie al mondo hanno colmato almeno l’80% dei loro gender gap (in testa a tutti l’Islanda con il 90,8%) ma l’Italia si colloca solo al 63° posto su 146 Paesi considerati dal rapporto a causa di un ritardo in ambito smart working unito a un’endemica precarietà . In Italia, solo nel 2019 si è raggiunto il traguardo di una donna su due al lavoro. Poi il tasso è risceso al 49,4%. A giudicare dal dati appena menzionati, occorre un pensiero di nuovo conio, una nuova idea dei rapporti economici e sociali fondata sulla centralità delle persone. A mettere in campo una vera e propria piattaforma programmatica ritagliata sull’ascolto delle necessità , delle prospettive, delle esigenze professionali dell’universo lavorativo al femminile è l’imprenditrice-umanista marchigiana Elisabetta Pieragostini, impegnata contro il gender gap nei luoghi di lavoro e con idee orientate ai bisogni e all’inclusione per rimuovere attivamente gli ostacoli alla piena realizzazione della donna in ambito professionale.
Mercoledଠ7 febbraio, a partire dalle 18:00 a Firenze, l’imprenditrice – scrittrice marchigiana Elisabetta Pieragostini , ospite al Relais Santa Croce by Baglioni (Via Ghibellina 87), presenterà il suo secondo romanzo, una storia cruda di stupori e disincanti, “Sottovoce sul cuore”, edito da Giraldi Editore. Un racconto di autodeterminazione e di coraggio. “La mia scrittura recepisce le fitte interdipendenze tra gli esseri umani e le loro responsabilità “ afferma Elisabetta Pieragostini. Cresciuta in un ambiente di lavoro fortemente maschile, nel suolificio di famiglia “ nelle Marche “ nel più vasto ed importante distretto calzaturiero italiano, ho subito sulla mia pelle la disparità di trattamento legata al genere. Proprio per questo quando divento CEO di DAMI adotto una leadership orientata all’inclusione, alla socialità , alla cooperazione e all’ empatia. Consapevole che tutti, nessuno escluso, debbono concorrere a perseguire due finalità dalle quali discende, in ultima istanza, un’esistenza comune ed individuale accettabile: la salute del Pianeta e il rispetto dei sentimenti e della natura delle persone. Le imprese non fanno eccezione. Possono contribuire a scrivere la storia di quest’epoca dotandola di senso, non solo immaginando il futuro ma contribuendo attivamente a costruirlo con uno sviluppo al servizio degli individui sul fronte della transizione ecologica, della responsabilità sociale e dell’etica. Immaginando, cosà¬, la favola migliore che possiamo attenderci: vedere il presente in profondità e abbozzare, per sottrazioni e aggiunte, l’affresco di verità che esso custodisce. Nella finzione letteraria come nella vita quotidiana”. AGIPRESS