Il commento di Marcello Mancini
AGIPRESS – Può una città svendersi al turismo, tanto da consegnare le chiavi della propria identità – non solo delle proprie case – a quelle comitive che girano con trolley giganti uscendo dai portoni di abitazioni private dove non risulta nessuna indicazioni di alberghi, ostelli o pensioni? Firenze (ma anche Siena, Pisa e altre città d’arte) è schiacciata dal piedone dorato che calpesta, spesso senza rispetto, il suo secolare selciato. Nessuno osa fermare l’invasione, che porta denaro, ricchezza, opulenza. Guai a dire che il turismo va disciplinato, diciamo regimentato. Si corre il rischio di essere lapidati in piazza della Signoria. Si diceva che i fiorentini dovrebbero tornare ad abitare il centro della città. Mica vero. Ai fiorentini sta bene così: sono emigrati a Scandicci, a Campi, o a Sesto e i loro appartamenti li affittano ai turisti per soggiorni mordi e fuggi, magari al nero. Firenze non esiste più, si consuma a poco a poco. Con la scusa dei cantieri (che pure ci sono, soprattutto per la tranvia), il traffico è una bolgia dantesca. Normale, direte voi. No, non è normale che le strada del centro storico, da piazza Duomo a Santa Croce, da via della Vigna a piazza della Repubblica siano intasate di auto. Soprattutto quei van neri che prima si vedevano solo nell’occasione dei Pitti e ora scorrazzano ogni giorno a frotte per portare i turisti da una parte all’altra della città. Un lungo, interminabile serpente nero fra i palazzi rinascimentali. Ovviamente sono turisti con i soldi, che alloggiano nei grandi alberghi, e ai quali nessuno dice nulla perché hanno il permesso di transito (concesso da chi?) a qualunque ora e in qualunque strada o piazza. Chi fermerà tutto ciò? Di questo passo, Firenze avrà un futuro. Voi che dite?