AGIPRESS – Meno CO2, più giorni di ferie. È il premio di sostenibilità offerto ai proprio dipendenti da una serie di aziende particolarmente attente alla questione climatica e ambientale, che hanno deciso, in questo modo, di offrire il loro contributo alla salvaguardia del nostro pianeta. Nella pratica, il dipendente che sceglie di andare in villeggiatura spostandosi con mezzi sostenibili (treno e/o bicicletta) rinunciando all’automobile, agli aerei e agli aliscafi, verrà ricompensato dall’azienda con giorni di ferie aggiuntivi. La virtuosa iniziativa nasce nel Regno Unito sotto la spinta del movimento Climate Perks (benefici climatici ndr) che, a partire dal 2020, è riuscito a coinvolgere sia i datori di lavoro che i dipendenti, escogitando un sistema di compensazione dei giorni di ferie persi utilizzando mezzi più lenti per raggiugere la meta ma decisamente meno inquinanti, aggiungendoli al novero di coloro che avessero deciso di optare per la soluzione green.
Attualmente sono circa 200 le aziende che hanno aderito al movimento e il climate bonus ha varcato i confini britannici per essere accolto con favore anche in Svizzera dove molti datori di lavoro e i loro dipendenti hanno deciso di sostenere l’iniziativa. Oltre ai giorni di ferie in più, molti datori di lavoro offrono ulteriori misure di sostegno ai dipendenti green, tra le quali il rimborso dei biglietti del treno o l’acquisto di una bicicletta al fine di limitare la mobilità inquinante anche una volta giunti sul luogo di lavoro. Naturalmente, per fruire dell’eco bonus aziendale, la meta prescelta per le proprie vacanze non potrà essere una qualsiasi. Ci si dovrà risolvere per una località a portata di treno. Paletti che non sembrano però aver scoraggiato l’adesione all’iniziativa, visto che molti tra i dipendenti delle aziende interessate si sono dichiarati a favore della misura, gratificati sia dalla possibilità di fruire di qualche giorno di ferie in più che da quella di poter dare il loro piccolo contributo alla causa ambientalista.
Del resto, in un recente sondaggio, circa la metà dei cittadini britannici si era dichiarato favorevole a ridurre l’uso dell’aereo per contrastare i cambiamenti climatici, sebbene ad oggi sia solo il 3% a mettere in pratica la dichiarazione d’intenti e il tasso d’inquinamento dei voli di vacanzieri in partenza dal Regno Unito verso i paesi del Mediterraneo “ mete privilegiate dai turisti inglesi “ sia ancora desolantemente alto. La strada è certamente in salita e irta di ostacoli, ma non vi è dubbio che iniziative come quella lanciata da Climate Percks possano contribuire a indicare un nuovo cammino verso il quale, è auspicabile, si volgano, presto, in tanti. AGIPRESS
Maria Carla Ottaiano – Stradenuove