DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

18 Gennaio 2023

Femminicidi, lettera di una mamma

Dedicata a tutte coloro che subiscono violenze.

AGIPRESS – Giulia, Martina, Teresa sono le prime tre vittime del 2023, uccise da chi non ha accettato la fine della loro storia. Tre vite spezzate con la violenza. Sono state 104 le donne uccise in Italia del 2022, 86 delle quali da compagni, familiari o ex partner. E’ quanto è emerso dal nono Rapporto Eures sul femminicidio in Italia. Oltre una vittima su 5 era inoltre straniera (22 casi nel 2022, pari al 21,2%), registrando una crescita del 15,8% rispetto al 2021. C’è una mamma forte, impegnata quotidianamente, nella sensibilizzazione contro ogni forma di violenza sulle donne. E’ Paola, vive a Firenze e nel maggio del 2016 fa ha perso il suo angelo biondo, Michela, vittima di femminicidio. Paola e il marito vanno nelle scuole ad incontrare gli studenti, a confrontarsi, a parlare loro dell’amore bello, quello che fa vivere, che non soffoca e non uccide. E’ una mamma coraggiosa che ha scritto una lettera alla figlia, dedicandola a tutte coloro che subiscono violenze.

LA LETTERA – “Cara figlia mia, ci risiamo è accaduto di nuovo. Una giovane donna è andata all’ultimo appuntamento ed è stata uccisa da chi avrebbe dovuto amarla. Ogni volta è come rivivere quel giorno dove il tempo si è fermato e che non tornerà più. Sento il grido di dolore viscerale dei genitori che non potranno più accarezzare quel volto o sentire la sua voce. Una forma di disperazione mi assale perché non trovo il modo per fermare questo scempio. Donne forti che volevano riappropriarsi della loro vita. Sarà sempre cosà¬- mi chiedo- e questo desiderio di potere e di possesso non finirà mai? Tesoro mio, vorrei tanto che ciò che è accaduto a te non succeda più e cerco di fare ciò che mi è possibile, ma finché ci sarà anche un solo uomo che si sente in diritto di offendere possedere picchiare (o peggio..) una donna o un proprio simile saremo molto lontani. Il rispetto va insegnato da piccoli, ma non bastano solo le parole: servono soprattutto i fatti perché ognuno di noi è colpevole di ciò che accade. Troppa intolleranza, indifferenza nel mondo. Non ci rendiamo conto del male che facciamo a noi stessi. Siamo tutti collegati e se ci facciamo del male si riversa sugli altri. Rispettiamo il prossimo e noi stessi cercando di capire i nostri sentimenti, parlandone apertamente perché parlare è un bel gesto di rispetto, amicizia ed amore. Le parole sono importanti e spesso possono chiarire malintesi che potrebbero trasformarsi in macigni. Alle giovani donne dico: cercate di amarvi perché nessuno ha il diritto di distruggere i vostri sogni, la vita è un dono importante, prezioso, irrinunciabile. Un diritto che abbiamo e che dobbiamo preservare“. AGIPRESS

di Gaia Simonetti

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