DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

12 Maggio 2014

FEGATO GRASSO – Necessaria personalizzazione dell’alimentazione e della cura

Oggi è possibile quantificare il grasso epatico con esami non invasivi come la spettrometria in risonanza magnetica

AGIPRESS – AULLA (MS) – Un interessante studio sul fegato grasso è stato illustrato dal prof. Dott. Ferruccio Bonino nei giorni scorsi in occasione dell’incontro nazionale “Il dottore entra in classe” che si è tenuto ad Aulla nell’auditorium del liceo classico statale “Giacomo Leopardi”. L’evento è stato organizzato dal Gruppo di Medici di Medicina Generale “dr. Valerio Lazzerini” d’intesa con la Presidenza del locale Liceo Classico Statale in stretta collaborazione con l’Associazione “Solidarietà è progresso” onlus.

“Il fegato specchio della salute: prospettive per il controllo dell’epidemia silenziosa di fegato grasso con la personalizzazione dell’alimentazione e delle cure”, questo il fulcro dell’intervento. “Sono problemi principali della salute alimentare di oggi “ dice il dott. Bonino – la perdita delle specificità alimentari personali (cibi locali o filiera corta, ricette familiari selezionate e personalizzate nei secoli per modalità di preparazione, cottura e conservazione) con globalizzazione nutrizionale (tutti mangiano un po’ di tutto, preparato e conservato in modo standardizzato). Si assiste ad un aumento dell’incidenza delle allergie alimentari e della steatosi epatica o accumulo di grasso nelle cellule del fegato. Negli ultimi anni, in tutti i paesi del mondo si registra la continua crescita della prevalenza della steatosi epatic, indice di malnutrizione sia nei soggetti con carenza alimentare e che soffrono la fame nei paesi poveri, “sottosviluppati” sia nei soggetti iper-alimentati dei paesi ricchi, “sviluppati”. L’accumulo di grassi nel fegato è perciò l’indice biomedico più attendibile di malnutrizione”.

IL FEGATO GRASSO IN ITALIA “ Si stima – precisa – che circa il 25% di tutta la popolazione abbia il fegato grasso; la prevalenza sale vertiginosamente dopo i 40 anni con valori di oltre il 50% nei soggetti oltre sessant’anni. Il fegato grasso si associa a molteplici condizioni quali: sovrappeso, obesità , eccessiva assunzione di bevande alcoliche o zuccherate, terapie prolungate con farmaci epatotossici e malattie croniche del fegato, sindrome metabolica, diabete, dismetabolismi e malattie cardiovascolari. La steatosi lieve o moderata non è di per sé una malattia, ma lo diventa quando si aggrava o si complica con l’infiammazione: la steato-epatite può evolvere in cirrosi epatica e tumore del fegato. La steatosi costituisce inoltre un indicatore di maggiore severità di malattia nei soggetti con patologie croniche non epatiche come malattie cardiovascolari e metaboliche (es. diabete, ipertensione, obesità ).

DIAGNOSI PRECOCE – “Perciò la scoperta di un fegato grasso all’ecografia addominale (l’esame di screening) in un soggetto asintomatico costituisce la spia d’incipienti patologie epatiche (steato-epatiti) e non epatiche (sindrome metabolica, diabete, dismetabolismi lipidici, malattie cardiovascolari). Oggi è possibile quantificare il grasso epatico con esami non invasivi come la spettrometria in risonanza magnetica. Tale misura è riproducibile e utile per la diagnosi e il controllo della salute alimentare, per la verifica d’efficacia dei farmaci in studi clinici controllati e nei singoli individui in quanto permette pragmaticamente di quantizzare il contenuto in grasso del fegato prima e dopo le cure. Sul piano scientifico tale misura va associata con un approccio multi sistemico allo studio della steatosi che permetta di confrontare i diversi stadi e gradi di alterazione funzionale dei vari sistemi fisiologici (nervoso centrale, epato-digestivo, cardiovascolare, endocrino metabolico,..) e con l’aiuto di modelli bio-informatici di analizzare (in grandi studi di coorte retrospettivi e prospettici) le varie possibili combinazioni patologiche che caratterizzano diversi prototipi di soggetti/malati con steatosi identificando nuove complesse interazioni patologiche multi-sistemiche a fini diagnostici, prognostici e terapeutici. Lo scopo è la personalizzazione dell’alimentazione e della cura che l’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) ha affrontato e promosso in una riunione di esperti nella Monotematica di Pisa sulla “Personalizzazione della Cura in Epatologia” del 17-19 Ottobre 2013″. “La Fondazione Italiana per la Ricerca in Epatologia (FIRE) – chiude Bonino – ha avviato per EXPO-2015 una campagna promozionale su “Fegato specchio della salute alimentare” che sarà condotta con il supporto della competenza degli esperti epatologi di AISF sull’intero territorio nazionale.

Agipress

ARTICOLI CORRELATI
Torna in alto