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15 Febbraio 2023

Energia solare in orbita, il programma Solaris


AGIPRESS – Recentemente l’Esa ha annunciato un nuovo programma esplorativo chiamato Solaris, il cui obiettivo è capire se sia fattibile, dal punto di vista economico e tecnologico, lanciare in orbita strutture per l’energia solare, usarle per sfruttare l’energia del sole e farla arrivare poi sulla Terra. Grazie all’iniziativa New Space Economy, l’Europa stanzia 7,8 miliardi destinati al finanziamento di missioni, programmi e attività scientifiche nello spazio. La European Space Agency ha colto l’occasione e ha deciso di scommettere sul progetto Solaris con l’obiettivo di generare energia pulita e illimitata da centrali solari in orbita nello spazio. Nel caso in cui il progetto vada a buon fine entro il 2030, Solaris potrebbe iniziare a generare direttamente nello spazio energia solare sempre disponibile direttamente, che potrebbe arrivare a rappresentare il 10-15 per cento dell’energia totale utilizzata in Europa, contribuendo all’obiettivo dell’Unione Europea di azzerare le emissioni nette di anidride carbonica entro il 2050.

“Pensiamo alla crisi climatica e alla necessità di trovare soluzioni. Che cosa potrebbe fare lo spazio per contribuire a mitigare il cambiamento climatico e non limitarsi solo a monitorarlo dall’alto come abbiamo fatto negli ultimi decenni?”, chiede Sanjay Vijendran, che dirige l’iniziativa e ricopre un ruolo di primo piano anche nel programma dell’Esa sull’esplorazione di Marte. L’energia solare sarebbe utilizzabile solo se implementata su larga scala. Gli scienziati prevedono di costruire schiere di pannelli solari orbitanti attorno alla Terra a una distanza di circa 36.000 chilometri. L’energia raccolta, successivamente, viene convertita in micro-onde e trasportata in ricevitori ad hoc.

La Cina ha recentemente annunciato un piano per mettere un’unità dimostrativa in megawatt nell’orbita terrestre nel 2028, prima di distribuire un altro sistema in un’orbita geosincrona più distante dalla superficie terrestre nel 2030. Carpenter afferma che, una volta concessi i finanziamenti sufficienti, la prima centrale solare multigigawatt potrebbe essere operativa entro il 2040. Nelle ultime settimane l’entusiasmo della comunità scientifica è alle stelle, ciononostante rimangono ancora enormi e numerosi problemi tecnici da risolvere.

Gli astronomi hanno attirato l’attenzione sulla riflettività dei satelliti che hanno iniziato a trasformare il cielo notturno, come quelli della rete Starlink di SpaceX che potrebbero causare problemi alla realizzazione di immagini astronomiche e cambiare la visione delle costellazioni. Ma gli ingegneri sostengono che i loro pannelli assorbono la luce solare: se dovessero finire per rifletterla, sarebbe un segno che sono stati progettati male. Ad ogni modo, se il progetto dell’Esa dovesse andare in porto “ riuscendo a lanciare i pannelli solari in orbita e fornire diversi gigawatt di energia a terra, i vantaggi sarebbero notevoli. Solaris potrebbe integrare altre forme di energia pulita ed diventare parte di una delle soluzioni al cambiamento climatico. AGIPRESS

di Laura Bacchiega

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