Presentato oggi a Roma il rapporto annuale Irex, l’indice sulle rinnovabili elaborato da Althesys. Le industrie italiane conquistano i paesi della nuova Europa. Bene eolico e fotovoltaico
AGIPRESS – Ammontano a 10,1 miliardi di euro gli investimenti nelle rinnovabili italiane nel 2012. Nell’ultimo anno sono state censite 217 operazioni per 7.729 megawatt di potenza installata. A dirlo è il rapporto annuale Irex elaborato da Althesys e presentato questa mattina a Roma in occasione del convegno “Nuove energie, nuova strategia. Le scelte economiche, le politiche e gli equilibri energetici”. Se una parte degli investimenti è per operazioni finanziarie, altri 6,15 miliardi sono per nuovi impianti, con effetti su indotto e occupazione valutati – a trend confermato “ tra 45mila e 60mila occupati in più al 2030.
Nel suo intervento, il ministro dell’ambiente Corrado Clini ha sottolineato l’utilità e tempestività del rapporto Irex, “che “ ha detto “ lascerò sul tavolo del prossimo governo”. I due contributi più importanti delle rinnovabili allo sviluppo del paese sono, secondo il ministro, “la diminuzione del prezzo dell’energia in Italia e l’aumento della competitività internazionale del sistema paese”, ulteriore dimostrazione dell’importanza della green economy per uscire dalla stagnazione. Irex conferma la corsa delle nostre imprese fuori dai confini nazionali (+55% sul 2011), con un peso crescente in nuovi contesti geografici.
Secondo il report, sul mercato interno accelera l’eolico e il fotovoltaico, nonostante la crisi del settore a cui si accompagnano razionalizzazione e recupero d’efficienza nella gestione degli impianti, ha ridotto di 1,4 miliardi di euro i costi dell’elettricità nel nostro paese; l’anno scorso il cosiddetto peak shaving era stato di 400 milioni.
Più in generale, per tutto il settore green (eolico, fotovoltaico, hydro, geotermico, biomasse e waste-to-energy) si conferma la discesa dei costi tecnologici, ma non di quelli burocratici.
Anche se, nell’analisi dei costi di produzione la tecnologia rappresenta ancora, insieme al capitale, la principale voce di costo (25,8-36%), contemporaneamente al calo di questa specifica componente cresce il peso di quella burocratica, che rappresenta in media il 9,4% per l’eolico e il 3,4% per il fotovoltaico, circa un punto in più dell’anno precedente.
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