AGIPRESS – Cosa è un’emozione? Un momento di difficoltà, di evidente debolezza oppure l’esaltazione di una positività, la forma più plateale del lasciarsi andare? La verità è che ciascuno di noi vive a modo suo tutto quello che proviene dall’intimo. Sarà gelosia della nostra interiorità o una estrema insicurezza di noi stessi ma spesso dare evidenza ad una profonda emozione è incredibilmente difficile. Condividere qualcosa di importante non è facile. Prima di tutto manca spesso il partner ideale o l’amico che non conosce l’invidia. Sono più le volte che si reprime di quelle in cui un’emozione si esterna liberamente. Siamo frenati da un dubbio: se mi lascio andare mi capiranno? Non è un piccolo problema perché quando si frena se stessi bloccando una fuoriuscita di energia ci facciamo del male. Quando accade qualcosa di bello o di brutto cosa è peggio reprimere? Secondo me entrambe le cose.
La verità è che in questi tempi complicati in cui ci è capitato vivere è sempre più difficile essere soddisfatti, appagati da qualcosa. Ci sforziamo di raggiungere obiettivi anche difficili, faticosi, ma quando finalmente ci riusciamo ci sentiamo soli. Può sembrare paradossale ma è così. Un successo ottenuto diventa fonte di guai.
Chi sopravvive meglio? Le persone mediocri. Quelle che ci sono ma non ci sono, che parlano poco, non cercano il confronto, non vogliono “crescere”: si accontentano. Facendo così schivano invidie e gelosie. Pianificano una vita normale, sono abitudinari ed hanno un loro credo prioritario: non rischiare! Non hanno una passione, viaggiano poco e leggono libri facili che non stimolino dubbi o tantomeno aspettative. Ma noi invece, che non facciamo parte di questa categoria cosa dobbiamo fare per non sbagliare? Sicuramente piangere se un film ci commuove, senza nasconderci.Lasciarci travolgere da una musica intensa o da una più riflessiva purché entrambe ci facciano sentire bene. Affrontare subito i problemi con la volontà di risolverli. Un grandissimo Lucio Battisti nel suo capolavoro “emozioni” ci parla di sottile dispiacere, di tristezza ma poi la notte guidava a “fari spenti”. Un eccesso da non copiare ma sicuramente una reazione forte. Ecco forse questo ci manca.
Sforzarsi di non accontentarci, non limitarci solo a quello che sappiamo fare, reagire ad un ‘ingiustizia, stimolare sempre la nostra curiosità vivendo intensamente ogni momento ed in questo essere d’esempio per i figli, amici ma anche e soprattutto per quei mediocri di cui parlavo che sono tanti, troppi, ma insieme a noi potrebbero cambiare in meglio il futuro che sarà!
Raimondo Astarita
AGIPRESS