La misura, in assoluto tra le più temute dagli italiani, è stata applicata per l’ultima volta nel 1992.
(AGIPRESS) – Le stime sul Pil sono peggiori del previsto. È quanto emerge dalle revisioni autunnali della Commissione Ue, che stima per l’economia italiano un crollo del 9,9% e il 2022 come anno per il ritorno ad una ripresa su livelli pre Covid. A pesare negativamente sono i nuovi lockdown introdotti per contenere la pandemia e le casse statali in sofferenza, a cui si somma il Recovery Fund che sembra essere definitivamente slittato al 2021. In questo clima di incertezza spaventa anche l’eventualità di un prelievo forzoso sui conti correnti, “un’eventualità non più improbabile sul lungo periodo”. A sostenerlo è Giuseppe Pascarella, uno dei principali esperti europei di analisi di società quotate in borsa negli Usa, CEO del gruppo PascaProfit e autore del bestseller ‘Battere il benchmark’, attraverso il quale promuove l’alfabetizzazione finanziaria in Italia. L’esperto spiega che “il nostro Paese ha urgente bisogno di liquidità , e con circa 1500 miliardi di euro nei conti correnti non è impossibile che il governo possa annunciare prossimamente proprio un prelievo forzoso”. La misura, in assoluto tra le più temute dagli italiani, è stata applicata per l’ultima volta nel 1992. Come aggiunge Pascarella, “si tratta di una tassa sul patrimonio, applicata solo sui saldi di conto e libretti, che lo Stato può prelevare senza bisogno di autorizzazione. Ciò avviene generalmente in caso di crisi economiche di particolare gravità come quella che stiamo vivendo”. Il CEO di PascaProfit evidenzia anche quattro regole base per proteggere i risparmi da un eventuale prelievo forzoso, e nello specifico: “evitare di tenere il denaro su un conto corrente, trasferire il denaro su conti deposito vincolati, investire in oro o altri beni rifugio o investire in titoli di Stato, bond, azioni o exchange-traded fund”. Se invece lo Stato optasse per una patrimoniale sul patrimonio complessivo (inclusi immobili, terreni, depositi e investimenti di varia natura), Pascarella evidenzia che “la base di calcolo sarebbe l’intero patrimonio e l’eventuale percentuale sarebbe calcolata sul complessivo in maniera retroattiva e sarebbe da pagare tramite F24”. Al momento non esistono ancora certezze in questo senso, ma le condizioni economiche italiane fanno pensare che misure di questo tipo possano già essere in agenda. AGIPRESS