DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

22 Agosto 2024

Dopo le vacanze occhio alle “macchie” della pelle, non sono tutte uguali

AGIPRESS – Con la perdita dell’abbronzatura le macchie cutanee si notano di più: chiazze rotondeggianti con un colore di solito diverso o più scuro della pelle normale. Aiteb, Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino, invita a non sottovalutarle. “Dietro ad ogni cambiamento di colore localizzato si nasconde una patologia definita a cui corrisponde un percorso terapeutico diverso, la diagnosi deve essere fatta da uno specialista dermatologo” spiega il presidente Giovanni Salti. A ogni tipologia di “macchie” corrisponde una diagnosi e quindi una cura mirata. La lentigo solare, quella più comune, è lenticolare, spesso presente al volto, al dorso delle mani e allo scollo: è dovuta all’eccessiva esposizione solare. La cheratosi seborroica pigmentata è simile ma è palpabile e ha una superficie ruvida e desquamante. Entrambe sono lesioni benigne. La cheratosi attinica è l’esito di prolungate esposizioni solari: è caratterizzata da superficie ruvida con squame molto ben adese e difficilmente staccabili. E’ una lesione che richiede un trattamento per la sua potenzialità evolutiva in carcinoma, quindi in un vero tumore cutaneo. Le lentigo cosiddette maligne sono veri e propri melanomi localizzati sul volto: in questo caso oltre all’esame dermatoscopico sarà necessario un esame istologico.

Infine le “macchie ormonali” dette melasma o cloasma: quest’ultima è una pigmentazione cutanea scura tipica della gravidanza o delle donne in terapia con contraccettivi orali, dovuta alla stimolazione dei melanociti da parte degli ultravioletti e da parte ormonale. “Le lentigo solari potranno essere trattate con una luce pulsata adeguata, un laser Q-switched o anche un peeling, una cheratosi seborroica dovrà essere trattata con metodi più energici come un laser Co2. Le cheratosi richiedono chemioterapici in crema o terapia fotodinamica o un laser C02″, spiega Maurizio Benci di Aiteb, dermatologo. “Le lentigo maligne vanno invece asportate chirurgicamente ed analizzate: non riconoscere una lentigo maligna e trattarla può esporre a gravi conseguenze la vita del paziente. Il cloasma non deve essere trattato con terapie aggressive con laser o luci pulsate perché può peggiorare, meglio quindi usare creme, maschere, peeling depimentanti o laser non ablativi sempre poco aggressivi o infiammatori”. “L’importante, come sempre, è evitare il fai da te – conclude Benci – ma affidarsi a dermatologi professionisti, che sapranno fare la corretta diagnosi e indirizzare verso il percorso terapeutico migliore e adatto”. AGIPRESS

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