“Ho deciso che non procederò con interventi su cui si allunghi l’ombra sinistra della Snapchat dismorphya ed inoltre indirizzerò i pazienti ai miei stimati colleghi psicologi”.
AGIPRESS – Qualche mese fa è arrivata la stretta di Instagram e Facebook sulla promozione di prodotti dimagranti, chirurgia plastica selvaggia e diete miracolose. Poi, a inizio ottobre, lo stop ai filtri detti “bellezza”. La ragione? Provocano sugli utenti una percezione della realtà e della fisicità , propria e altrui, completamente distorta. Nome del disturbo: “Snapchat dysmorphia“. Il famoso medico estetico Tijon Esho, che ha coniato il termine “Snapchat dysmorphia”, lo definisce: “un’ossessione di modificare il proprio aspetto nei selfie attraverso sistemi di postproduzione delle immagini digitali, nel tentativo di raggiungere quell’immagine di sé che corrisponda al proprio ideale”. Di come questo concetto si intersechi con la medicina estetica ne abbiamo parlato con il Dott. Fabio Quercioli, Chirurgo Plastico fiorentino, Specialista in Chirurgia del Viso, che con l’avvicinarsi del Natale ha visto aumentare in particolar modo le richieste di interventi chirurgici al volto.
“Ovviamente – spiega il dott. Quercioli – qui non ci riferiamo a coloro che, in piena coscienza e consapevolezza, scelgono di modificare una parte del loro corpo per ottenere maggior benessere psico-fisico grazie ad una nuova armonia delle forme. Qui parliamo di persone che, dopo aver massicciamente utilizzato e visto utilizzare dagli altri i famosi “filtri bellezza”, non hanno più la consapevolezza della profonda differenza tra realtà virtuale e mondo reale.” Prosegue lo Specialista: “Questo è davvero un grave problema, perchè la realtà digitale è completamente diversa da ciò che è reale. Innanzitutto, quello che sembra bello in foto non è detto che lo sia altrettanto nella realtà . Inoltre i filtri bellezza agiscono tutti su canoni estetici predefiniti, assoluti: naso stretto, zigomi alti, occhi grandi, ovale regolare, labbra carnose. La questione è proprio questa: non è detto che ciò che va bene e che sta bene sul viso (o sul corpo) di una persona, stia bene anche su un’altra.”
“Quando incontro i miei pazienti per la prima volta – aggiunge – dopo aver ascoltato i loro desideri di cambiamento, faccio sempre questo esempio: – La bocca di Scarlett Johansson è oggettivamente molto bella e particolare, ma proviamo adesso, per assurdo, ad immaginarcela su Leonardo Pieraccioni: l’effetto sarebbe grottesco! – Questo esempio è ovviamente un eccesso, ma serve a far comprendere con chiarezza che prima di intervenire chirurgicamente, è necessario valutare le forme di coloro che abbiamo davanti e la loro armonia corporea, chiedendosi: – Come posso migliorarla, senza farle perdere naturalezza e unicità ?”. Ed è proprio la parola unicità , nel suo corrispettivo negativo, ovvero omologazione, ad essere tornata al centro dell’attenzione con il dibattito intorno alla Snapchat dismorphya, detta anche Dismorfofobia da selfie face. A causa dei “filtri bellezza social” e degli effetti che stanno avendo nella realtà , migliaia di persone iniziano ad assomigliarsi tutte, a sembrare, potremmo dire, tutte parenti o, peggio, dei cloni. Basta dare un’occhiata su Instragram e ai profili di molti influencer, per rendersi conto della ricorrenza innaturale di determinate caratteristiche fisiche”.
“Immaginate di andare a lavoro ed avere lo stesso naso sottile della collega Roberta o la stessa bocca carnosa di Flavia, la vostra responsabile (perchè in fondo, i filtri bellezza è questo che fanno: riconducono tutti i volti a canoni estetici prestabiliti): la cosa, oltre ad essere imbarazzante, sarebbe dannosa per la vostra identità . Adesso immaginate milioni di persone tutte con lo stesso naso sottile di Roberta e la stessa bocca carnosa di Flavia. Questo è il vero rischio della Snapchat dismorphya: un esercito di cloni. Non sarà un caso che con l’avvicinarsi del Natale, ho notato – ha sottolineato il dott. Quercioli – un aumento delle richieste pervenute nel mio studio, per la maggior parte riguardanti interventi al viso. Sebbene io sia uno Specialista in Chirurgia del Viso e svolga ogni anno centinaia di operazioni di questo tipo, questo aumento al ridosso del Natale mi ha insospettito. Per questo ho scelto di prendere una posizione professionale netta di fronte alla Dismorfofobia da selfie face e al suo dilagare nella nostra società , tentando, per ciò che mi concerne, di contrastarne l’avanzata. Ho deciso infatti che non procederò con interventi su cui si allunghi l’ombra sinistra della Snapchat dismorphya ed inoltre indirizzerò i pazienti che abbiano lasciato intravedere questo tipo di disturbo ai miei stimati colleghi psicologi. Prima di tutto sono un Medico ed il mio obiettivo è e sarà sempre quello di migliorare il benessere delle persone, qualunque aspetto della loro vita riguardi”.
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