Ogni giorno nel nostro Paese si consumano 70 milioni di tazzine di caffe’ espresso che, a una media di 0,93 euro a tazzina, fanno un giro di affari di 65 milioni di euro
AGIPRESS – Il caffè al bar per gli italiani è un rito, un culto, u momento di pura magia. Ma c’è caffe’ e caffe’ e al bar le informazioni sono piuttosto carenti. Cosଠl’ADUC, Associazione Diritti Utenti e Consumatori lancia un monito: chiedete quale caffè bevete e soprattutto, pagate. “Abbiamo rivolto ai baristi una semplice domanda: cosa c’e’ dentro la tazzina di caffe? La risposta e’ stata altrettanto semplice: caffe’! Non intendevamo certo conoscere la composizione chimica della “nera bevanda”, ma sapere se la polvere era costituita dalla varieta’ Arabica o da quella Robusta, o da una miscela di entrambe ed in quale percentuale. La scelta, oltre che di gusto, e’ economica,riguarda cioe’ il prezzo” dicono dall’ADUC. La varieta’ Arabica proviene dal centro-sud America, e’ la piu’ pregiata e quindi la piu’ costosa, oltre ad essere piu’ aromatica e contenere meno caffeina. La Robusta proviene dall’Africa e dall’Asia, ha un gusto piu’ amaro, contiene piu’ caffeina e soprattutto costa di meno. Utilizzare l’una o l’altra delle varieta’ incide notevolmente sui costi e sui guadagni degli esercizi commerciali. E’ utilizzata anche una miscela delle due varieta’ e, anche in questo caso, la percentuale di Arabica e Robusta determina la qualita’ del caffe’ e soprattutto i suoi costi. Dunque il consumatore, che si appresta a gustare “na tazzulella ‘e café’ “, dovrebbe, parafrasando una nota pubblicita’, chiedere: Arabica, Robusta o miscela? Se poi si vuole essere precisi si puo’ chiedere l’eventuale composizione percentuale della miscela. “Eccessivo? Non ci sembra. D’altronde sono soldi nostri”.
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