Anche in Toscana parte la campagna nazionale contro i rischi del gioco dal nome Mettiamoci in Gioco
AGIPRESS – FIRENZE – “Più giochi, più perdi (è matematico)”. Parla anche questo linguaggio, con l’obiettivo di decostruire i messaggi illusori di vincite facili, una campagna di comunicazione (“Liberi dal gioco d’azzardo”) lanciata nei giorni scorsi a livello nazionale da “Mettiamoci in gioco”, cartello costituito da una trentina di sigle dell’associazionismo, del sindacato, del terzo settore e di istituzioni pubbliche per sensibilizzare gli italiani contro i rischi del gioco d’azzardo.
LA CAMPAGNA consiste in due spot tv e due spot radio, un manifesto, due locandine, una vetrofania, un cartello per espositori, un banner per siti, immagini coordinate per facebook e Twitter. Nei giorni prossimi il coordinamento delle associazioni toscane proporrà a radio e tv locali di mettere in onda gli spot. “Ogni aderente – ha spiegato nei giorni scorsi a Roma, presentando l’iniziativa generale, il portavoce di “Mettiamooci in gioco”, don Armando Zappolini – si impegna a far circolare i materiali all’interno della propria rete, nei luoghi e negli incontri che organizza: invece di investire soldi per acquistare spazi pubblicitari, scommettiamo sulle relazioni sociali, sulla mobilitazione delle nostre organizzazioni, dei nostri soci e volontari”. Sulla natura “non proibizionistica” della campagna (“puntiamo tutto sulla sensibilizzazione davanti a un problema che sta emergendo in tutta la sua gravità e che colpisce soprattutto le persone più deboli e più povere”) ha insistito Rossella Bugiani per conto del Coordinamento toscano che ha anche fornito dati toscani sulla “vera e propria esplosione” di questi giochi: una esplosione – ha aggiunto – “diventata forte problema sociale”.
ADESIONE REGIONE TOSCANA – La “convinta adesione” della Regione Toscana alla campagna è stata motivata da Stefania Saccardi che ha anche informato su una recente delibera relativa al trattamento del GAP (Gioco d’Azzardo Patologico): 208 mila euro destinati alle Asl toscane per dare continuità alle “linee di indirizzo” già approvate dal governo toscano (“Siamo una delle prime regioni italiane ad aver dato seguito alla legge nazionale che ha riconosciuto il gioco d’azzardo come una malattia prevedendone l’inserimento nei Lea, i livelli essenziali di assistenza”). Altri 50 mila euro, nella stessa delibera, sono destinati a una associazione senese (Orthos) per proseguire una sperimentazione di trattamento residenziale a servizio di persone più compromesse nell’azzardo. 1.300 – ha evidenziato Saccardi riferendo un dato al 2013 – i toscani presi in carico dai Sert con problemi di gioco d’azzardo patologico (cinque anni prima erano “appena” 300). A rischio, in Toscana 18 mila giovani e 46 mila adulti. “Una malattia da combattere – ha aggiunto Sara Biagiotti, presidente toscana ANCI – e come sindaci aderiamo con forza e determinazione alla campagna. E’ necessario un cambiamento culturale che parta soprattutto dalle scuole e che attraverso una campagna capillare di sensibilizzazione evidenzi tutti i rischi del gioco compulsivo”. Anci invita inoltre tutti i Comuni ad approvare specifici regolamenti e condivide con le associazioni e con la Regione la convinzione che sia necessaria una radicale azione a livello nazionale anche per varare nuove norme contro la pubblicità sui giochi d’azzardo.
IL FENOMENO DEL GIOCO D’AZZARDO ha conosciuto, in Italia, un successo travolgente: siamo – sottolineano le associazioni del cartello antiazzardo – ai primi posti nel mondo per consumo di giochi: si è passati da un fatturato di 24,8 miliardi nel 2004 agli 88,5 del 2012 con un leggero calo, nel 2013, per la crisi economica, quando il fatturato si è fermato a 84,7 miliardi. Il 56,3% viene dagli apparecchi (slot e vlt) ma è in significativa ascesa il gioco online. Il crescere del fatturato – notano le associazioni – non è però seguito da un maggior introito per lo Stato: se nel 2004 l’erario ha incassato, dall’azzardo, 7,3 miliardi (il 29,4% del fatturato complessivo), nel 2013 l’entrata è stata solo di 8,1 miliardi (pari al 9,5% del fatturato).
Agipress