DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

31 Marzo 2025

DENATALITA’, UNFER: L’ITALIA NON E’ UN PAESE PER GIOVANI

AGIPRESS – I dati Istat provvisori riferiti al periodo gennaio-luglio 2024 mostrano una reale fotografia del sempre più grave fenomeno che si registra nel nostro Paese. Calo demografico che preoccupa anche a livello economico perché come analizzato da Bankitalia, secondo l’Istat, da qui al 2040 il numero di persone in età lavorativa diminuirà di 5,4 milioni di unità, malgrado un afflusso netto dall’estero di 170.000 persone all’anno. A dirlo il professor Vittorio Unfer, ginecologo e ricercatore che studia da sempre il problema focalizza l’attenzione sulla continua crescita di infertilità nella coppia. ‘Questa dinamica di progressivo declino demografico – continua Unfer – pone un’ipoteca sul futuro del Paese con una popolazione in invecchiamento. Con il mancato ricambio generazionale, infatti, sono destinati a diventare insostenibili il sistema sociale, quello previdenziale e sanitario, con ripercussioni soprattutto sulla parte più debole della società’. ‘Si tratta di un fenomeno – prosegue la nota – che ha innanzitutto radici strutturali legate al fatto che le persone in età fertile sono sempre meno. Negli ultimi anni sono inoltre aumentate in modo esponenziale i ricorsi alle tecniche in pazienti sotto i 37 anni, indice di una drastica riduzione della fecondità della donna. Questo si riflette in un aumento del ricorso alla donazione dei gameti, provenienti peraltro da altre nazioni, che comporta un cambiamento fenotipo importante nella nuova generazione. Rispetto alle cause, per quanto riguarda la fertilità femminile, l’età rappresenta un elemento critico, con una diminuzione significativa della fertilità dopo i 35 anni, a cui si sommano patologie quali la sindrome dell’ovaio policistico e l’endometriosi. Per l’infertilità maschile le cause sono legate a problemi genetici o a patologie trascurate in età giovane e da non trascurare il tema dell’infertilità in soggetti giovanissimi e la menopausa precoce, patologie di cui si parla poco e che meritano una maggiore comunicazione. Da non sottovalutare poi stili di vita scorretti (fumo, alcol, sostanze stupefacenti, uso indiscriminato di farmaci anabolizzanti, distress) inquinamento ed alimentazione’. ‘Il problema della mancata fecondità – conclude Vittorio Unfer – va affrontato con una concezione della medicina intesa non solo come cura, ma anche come prevenzione che si fa tramite la corretta informazione e incentivando l’accesso ai controlli’. Agipress

ARTICOLI CORRELATI
Torna in alto