Approvato il maxiemendamento. Le novità su Province, Città Metropolitane e Piccoli Comuni. *SCARICA TESTO*
AGIPRESS – ROMA – Con 160 voti favorevoli e 133 contrari l’Aula, nella seduta di mercoledଠ26 marzo, ha approvato il maxiemendamento (vedi allegato) sostitutivo del ddl Delrio, su province e città metropolitane (ddl n. 1212 approvato dalla Camera), sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia. Ora passa alla Camera per il voto finale la prossima settimana e comunque in tempo utile perchè le norme trovino applicazione sin dalla tornata elettorale del 25 maggio.
COMUNI – “Insieme alla riforma delle Province e all’istituzione delle Città Metropolitane – afferma Mauro Guerra, Coordinatore Nazionale ANCI Piccoli Comuni – diverranno legge norme importanti di semplificazione e sostegno per le gestioni associate dei piccoli Comuni, le loro Unioni e le fusioni volontarie. Per i piccoli Comuni si cambia finalmente verso, anche ripristinando dimensioni minime dignitose dei consigli comunali e delle giunte, senza alcun nuovo onere per le finanze pubbliche, ma ricostruendo condizioni essenziali di partecipazione democratica e di volontariato civico. Una battaglia storica trova il suo riconoscimento normativo. Cosଠcome viene accolta, almeno sino ai 3000 abitanti, la richiesta di consentire nei piccoli Comuni il superamento del doppio mandato per i Sindaci, che si motiva oggi anche in relazione agli obblighi di gestione associata delle funzioni fondamentali”. ˜’Diamo atto al Governo “ prosegue Guerra – di aver voluto condurre in fondo con determinazione, sino alla apposizione della questione di fiducia, una riforma importante che fa ora dei Comuni il motore di una grande riforma del sistema delle autonomie locali. Sono certo “ conclude – che gli amministratori dei Comuni italiani sapranno essere all’altezza della sfida, nell’interesse delle loro comunità e del Paese”
LE NOVITA’ – “Si tratta di una svolta politica, un primo passo importante per i Comuni, che da tempo chiedevano un reale avvio di una nuova e concreta politica riformatrice”. Con queste parole molti Sindaci hanno commentato la decisione del Governo di porre la fiducia sul Ddl Delrio. Questa riforma rafforza i Comuni, rendendoli lo snodo del sistema istituzionale locale. Il disegno di legge Delrio contiene una serie di misure imprescindibili per il rilancio delle città , per una reale semplificazione amministrativa e per una dignitosa rappresentatività democratica degli organi di governo comunali. L’istituzione definitiva delle città metropolitane, l’aumento ˜a costo zero’ del numero di consiglieri e assessori nei piccoli Comuni rispetto alla normativa vigente, la possibilità del terzo mandato e la ridefinizione delle funzioni delle Province sono riforme che si muovono nella virtuosa direzione della riduzione della spesa pubblica e dell’aumento della quantità e della qualità dei servizi ai cittadini. Si incentivano le Unioni di Comuni e le fusioni, con il ripristino di una dimensione dignitosa dei Consigli comunali ed il superamento del limite dei due mandati nei piccoli Comuni. Due obiettivi storici per i piccoli Comuni.
SUPERAMENTO PROVINCE – Tra le novità contenute nel testo l’istituzione di dieci Città metropolitane, il trasferimento di alcune delle funzioni delle Province a Comuni e Regioni, la trasformazione degli organi provinciali in enti di secondo grado. Le Province già commissariate continueranno ad esserlo e quelle in scadenza saranno prorogate fino al 31 dicembre 2014, spostando al 1° gennaio 2015 il momento in cui le nuove Città metropolitane entreranno a pieno regime. Un passaggio obbligato in attesa che i due rami del Parlamento partoriscano la riforma del Titolo V della Costituzione cancellando definitivamente l’istituzione delle Province.
CITTA’ METROPOLITANE – Vengono rivisti i compiti delle province in vista del loro superamento, e si istituiscono le città metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e, dopo il superamento del commissariamento del Comune, Reggio Calabria) a partire dal prossimo primo gennaio. In attesa della riforma del Titolo V della Costituzione, e della definitiva abolizione, gli organi provinciali non saranno più eletti dai cittadini.
Agipress