DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

24 Luglio 2015

Dalla Toscana battaglia unita contro il piano chiusure di Poste

Con Anci e Uncem anche i sindacati Cgil Cisl e Uil

AGIPRESS – FIRENZE – Tutti uniti contro il piano di chiusure degli Uffici postali toscani che Poste ha ripresentato nei giorni scorsi: Uncem Toscana, Anci Toscana e i sindacati Cgil Cisl e Uil di categoria si sono incontrati stamani a Firenze nella sede Uncem per condividere le strategie e pensare insieme iniziative di protesta per l’annunciato piano che in Toscana prevede la chiusura di 59 uffici situati principalmente in territori rurali, marginali e montani. Per tutti i partecipanti si tratta di “un problema sociale e occupazionale che necessita di un fronte comune solido e determinato contro un piano di chiusura uffici che penalizzerebbe i territori, i cittadini, lavoratori e l’intera comunità , per questo insieme siamo pronti a iniziative congiunte”.

ASSOCIAZIONI DEI COMUNI – Collegato in videoconferenza il presidente di Uncem Oreste Giurlani ha rimarcato la situazione di disagio che molti Comuni montani e rurali stanno manifestando anche attraverso assemblee pubbliche, e ha sottolineato la necessità di andare avanti con la mobilitazione perchè le conseguenze in termini di servizi ai cittadini che si verrebbero a creare sarebbero pesantissime. Mentre per il vicepresidente vicario dell’Anci Toscana Sergio Chienni il piano di Poste colpisce centri grandi e piccoli, creando problemi e difficoltà soprattutto alle persone più anziane e disagiate, per le quali l’ufficio postale è un solido riferimento. Per Chienni bisogna continuare con tutti gli strumenti ad opporsi al taglio dei servizi, in considerazione tra l’altro del fatto che Poste, oltre ad essere un’azienda a partecipazione pubblica, ha un bilancio positivo che le permetterebbe di continuare a mantenere aperti gli sportelli che invece vuol chiudere. Un fronte compatto dunque, anche in virtù del tavolo che si riunirà la prossima settimana con la Regione Toscana, a seguito del quale saranno decise le azioni congiunte da intraprendere di mobilitazione generale dove saranno coinvolti direttamente i territori interessati.

IL PIANO di razionalizzazione che Poste Italiane ha ripresentato nei giorni scorsi prevede 59 chiusure, solo 6 in meno rispetto al piano tanto contestato in primavera. Gli uffici coinvolti dai tagli sono: 4 in provincia di Arezzo (Campogialli, Pieve a Presciano, Meleto e Mercatale), 6 in quella di Firenze (Pomino, Marcialla, Romola, San Donato in Poggio, San Martino alla Palma e Castelnuovo d’Elsa), 10 a Grosseto (Pereta, Santa Caterina, Selva, Montorgiali, Ravi, Torniella, Borgo Carige, Buriano, Monticello dell’Amiata e Talamone), 8 a Lucca (Mologno, Castelvecchio Pascoli, San Ginese, Lappato, Vorno, San Colombano, Valpromaro e Tereglio), 6 a Massa Carrara (Montedivalli, Vinca, Caprigliola, Serricciolo, Filetto e Canevara), 10 a Pisa (Corazzano, Ghizzano di Peccioli, Legoli, Luciana, Marti, Soiana, Treggiaia, Uliveto Terme, San Giovanni alla Vena e Castelmaggiore), 8 a Pistoia (Calamecca, Cireglio, Grazie, Pracchia, San Mommè, Villa Baggio, Montemagno di Quarrata e Tobbiana), 1 a Prato (Bacchereto) e 6 a Siena (Monticchiello, Pievescola, San Gusmè, Gracciano, Montisi e Serre di Rapolano).

Agipress

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