DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

21 Dicembre 2024

DA CAMICI BIANCHI A CAMICI GRIGI. PERCHE’ LA SANITA’ NON FUNZIONA

il commento di Marcello Mancini

La sanità italiana ha delle eccellenze riconosciute. Abbiamo clinici e chirurghi che niente hanno da invidiare ai luminari d’Oltreocano, ai quali fino a qualche decennio fa si ricorreva per le terapie e gli interventi più sofisticati. Ma allora come mai ci lamentiamo sempre più spesso? Il problema non è il tasso di qualità che esprime la scienza italiana, né la preparazione che non si può mettere in discussione; ma è il livello di organizzazione del sistema, penalizzato dai tagli e dalla riduzione dei servizi sul territorio a fronte di un aumento dell’aspettativa di vita. Ci sono le eccellenze e i mezzi, però mancano le risorse per far funzionare la macchina come si dovrebbe. E ce ne accorgiamo quando c’è la necessità di prestazioni straordinarie: allora mancano i posti letto, le liste d’attesa sono lunghissime, il personale non basta. Non stiamo qui a ricordare la tragica stagione del Covid, che ha messo la sanità in ginocchio.

E comunque gli ospedali si barcamenano. Che dobbiamo dire, invece, della cosiddetta <medicina territoriale>? I medici di famiglia sono sempre meno, alcuni di loro hanno in carico oltre millecinquecento pazienti e quello che una volta era un rapporto fiduciario 24 ore su 24, è diventato una catena di montaggio di una fabbrica di ricette. Di visite a domicilio non se ne parla nemmeno, per un problema si chiama la guardia medica che, spesso e volentieri, spedisce il malato al pronto soccorso. E’ la catena che non funziona. Si parla di <continuità assistenziale>, ma è poco più di una suggestione: le case della salute sono uno slogan, gli infermieri di comunità una figura fragilissima. Gli anziani se vengono dimessi dall’ospedale dopo una malattia, non hanno una struttura dove riparare per continuare la cura. La nostra sanità va quindi rifondata, pur riconoscendo il livello qualitativo alto che la distingue e che, oltretutto, rischia di essere sprecato senza un’adeguata cabina di regia. Sarebbe anche opportuna una redistribuzione dei soldi a disposizione per mettere in moto una macchina vecchia e superata. Nell’attesa che venga formulato un modello che sappia affrontare non solo le emergenze ma anche e soprattutto la quotidianità di una popolazione che invecchia e ha bisogno di assistenza.

ARTICOLI CORRELATI
LE ULTIME NEWS

Seguici sui social: