La quarta sala è dedicata alla famosa stipe votiva etrusca del lago degli Idoli, sul Falterona
AGIPRESS – BIBBIENA (AREZZO) – Sabato 20 luglio, alle 17,30 verrà inaugurato il nuovo Museo Archeologico del Casentino. Il taglio del nastro, che si terrà nei nuovi locali in via Berni, 21, sarà preceduto da un incontro tra i molti attori che hanno reso possibile questo importante evento culturale per tutta la vallata e la Provincia di Arezzo. Saranno presenti oltre al Sindaco Daniele Bernardini e all’Assessore alla Cultura Luca Conticini, Roberto Vasai Presidente della Provincia di Arezzo, Andrea Pessina Soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana, Luca Fedeli Archeologo Ispettore del Casentino, Massimo Ducci Presidente del Gruppo Archeologico del Casentino (GAC), Samuela Ristori Architetto del Comune di Bibbiena.
Il Museo trae origine dalla mostra archeologica permanente di Partina, inaugurata nel 1996. Nel tempo le collezioni in esse contenute sono state notevolmente arricchite con il materiale raccolto nel corso dei nuovi scavi effettuati nella valle. Per questo motivo la sede di Partina è risultata di dimensioni insufficienti per accogliere in modo adeguato tutti i reperti. Cosଠnel 2009 l’Amministrazione ha deciso di trasferire il materiale al pian terreno di Palazzo Niccolini, in pieno centro storico. La proposta è stata accolta dalle Soprintendenze competenti, da enti preposti ed associazioni coinvolte. Il nuovo museo è stato realizzato ad opera di un gruppo di professionisti e studiosi che hanno lavorato sotto la costante direzione e supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana nella persona del dottor Luca Fedeli. L’ideazione della mostra e la realizzazione del percorso espositivo sono stati curati dal Gac, il progetto di allestimento e la grafica sono dell’architetto Samuela Ristori, il coordinamento amministrativo di Dino Moneti ed Eda Norcini. Un’equipe di archeologi ha curato i restauri e il catalogo.
Vediamo nel dettaglio come si sviluppa il nuovo percorso museale. Il tema della prima sala è la preistoria con l’esposizione di resti di Elephans meridionalis Nesti e di Hippopotamus antiquus, strumenti dle paleolitico superiore, del Mesolitico, e del Neolitico- Eneolitico. La seconda sala contiene reperti provenienti da alcuni insediamenti di crinale, in successione nella terza sala i reperti provenienti da luoghi di culto dei quali il tempio di Socana edificato nel V secolo a.C e ricostruito in tarda epoca etrusca. Fiore all’occhiello della mostra è la quarta sala dedicata interamente al famoso deposito votivo del Falterona o Lago degli Idoli una delle stipi votive etrusche più note ed importanti per quantità e importanza dei reperti, oggi esposti nei più grandi musei del mondo. Dopo una fortunata serie di nuove campagne di scavi, nel 2003-2008, sono stati rinvenuti altri 150 bronzetti e altro materiale. Tra i reperti recenti anche oggetti rari come i vaghi in pasta vitrea e placchette in oro. I locali si completano con un’aula didattica e un punto informazioni turistiche. Il tutto gestito dall Società Cooperativa “Le macchine Celibi” di Bologna, che si è aggiudicata la gara di appalto indetta dall’amministrazione comunale.
Agipress