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26 Settembre 2023

Crisi climatica: alla Corte Europea il caso sollevato dai sei giovani e bambini contro 32 paesi europei


AGIPRESS – Sei bambini e giovani portoghesi, di età compresa tra gli 11 e i 24 anni, domani saranno ascoltati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per chiedere conto ai governi del mancato rispetto degli impegni sul clima assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi del 2015. Lo spiega Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro: mercoledଠ27 settembre si terrà , infatti, l’udienza del caso Duarte Agostinho – il primo caso sui cambiamenti climatici mai portato davanti alla Corte e il primo contro un numero cosଠampio di Stati -, una tappa cruciale per i diritti dei bambini e del pianeta. Save the Children ha presentato un’istanza ufficiale come terza parte alla Corte nel maggio 2021 e da allora ha seguito da vicino l’iter legale. Nel caso, i sei giovani che hanno fatto ricorso – André (15 anni), Catarina (23 anni), Clà¡udia (24 anni), Mariana (11 anni), Martim (20 anni) e Sofia (18 anni) – sostengono che 32 Paesi europei[1] non stiano adottando misure adeguate per mantenere l’aumento del riscaldamento globale al di sotto della soglia di + 1,5°C e non stanno quindi rispettando gli impegni assunti con l’Accordo di Parigi del 2015. Sostengono, inoltre, che l’inerzia dei Paesi minaccia i loro diritti alla vita e a un ambiente sano e protetto, come garantito dalla normativa europea.

“I bambini sono in prima linea nella crisi climatica, quindi è essenziale che abbiano a disposizione piattaforme per esprimere le loro preoccupazioni e chiedere conto ai responsabili. Sosteniamo il ruolo dei bambini come leader dell’azione per il clima. Siamo al fianco di Sofia, Catarina, Clà¡udia, André, Mariana e Martim, che ora possono far sentire le loro preoccupazioni alla Corte europea dei diritti dell’uomo,” ha dichiarato Ulrika Cilliers, Direttore Globale per le Politiche e l’Advocacy di Save the Children. “Nonostante le catastrofiche implicazioni della crisi climatica sui diritti dei bambini e per quanto il crescente movimento globale di bambini chieda un’azione ambiziosa per arginarla, i minori continuano ad essere esclusi dalle discussioni, dagli impegni e dalle politiche sul clima. Il mondo deve riconoscere la legittimità e il ruolo della voce dei bambini e la loro leadership nel movimento per il clima. I governi devono stabilire metodi a misura di bambino per facilitare il coinvolgimento dei minori nella definizione delle politiche climatiche e le loro indicazioni devono essere prese realmente in considerazione. La crisi climatica è davvero una crisi dei diritti dell’infanzia. Senza un’azione adeguata, la sopravvivenza, lo sviluppo e l’istruzione dei bambini sono a grave rischio, cosଠcome l’ambiente in cui cresceranno”. AGIPRESS

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