Il commento di Ranieri Razzante.
AGIPRESS – Per fortuna non andrò mai al 41-bis. Una delle poche certezze, se non l’unica, della mia vita. Non sono nato per delinquere, non mi hanno educato nè addestrato a farlo. Credo nello Stato, nelle Istituzioni, nella legge, nel diritto. Senza se e senza ma. E se ho qualcosa da dire, vivendo per fortuna in uno dei Paesi a più alto tasso di democrazia nel mondo, la dico, la scrivo (se continuo ad avere il privilegio di pubblicare), la esprimo. Ovviamente, nell’ambito dei principi che la Costituzione pone ad argine di questa mia, come di tutti, libertà . Su tutti, la non violenza e il rispetto delle regole del vivere civile. Ora, è facile per me, per i giuristi, ma soprattutto per i giudici, dire che chiunque esprima il proprio dissenso verso lo Stato facendo attentati non possa essere ugualmente rispettato. Soprattutto se inneggia a quella battaglia-rifiuto contro lo Stato che gli anarchici, come i terroristi e i mafiosi, in modalità diverse ma speculari, portano avanti per natura. La legge, per difendere il diritto di tutti, ha previsto – per i pochi che vogliano fare a meno di seguirne le regole sin dalla comparsa delle forme di Stato moderne – pene anche severe. Tra queste, ergastolo e regime carcerario duro. Il più noto “41-bis” è applicabile, infatti, in casi tassativi e gravissimi, tra cui terrorismo, reati di pedopornografia, tratta di essere umani, violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona, traffico di stupefacenti. Non furto di biciclette. Ci piaccia o no, cari anarchici, mafiosi e terroristi. Inutile protestare. Le vostre vittime, con voi, non hanno potuto farlo. E sappiate che lo Stato, da chiunque governato, è più forte di voi. AGIPRESS
Prof. Avv. Ranieri Razzante
- Docente di Tecniche di gestione dei rischi di riciclaggio – Università di Bologna
- Docente di Tecniche e regole della cybersecurity – Università Suor Orsola Benincasa
- Direttore Centro di Ricerca su Sicurezza e Terrorismo