Luci ed ombre. Si attende deroga per violazioni del Patto nel 2014
AGIPRESS – FIRENZE – Ecco i principali emendamenti recepiti nel decreto Milleproroghe che sta completando il suo percorso di approvazione alla Camera. Per i Comuni: entrata in vigore dell’imposta municipale secondaria posticipata al 2016; il differimento al 31 dicembre 2015 del termine per la gestione associata delle funzioni fondamentali dei piccoli Comuni; proroga al 30 aprile 2015 di quello per la comunicazione dei dati sulle gestioni associate; e ancora, lo slittamento al 1 settembre 2015 delle Centrali uniche di committenza; proroga dei termini per le gare sull’affidamento del servizio di distribuzione del gas.
Restano però ancora aperte su alcune questioni tra cui la mancata deroga per le sanzioni nei confronti di Comuni, Province e Città Metropolitane che, nel corso del 2014, non hanno potuto rispettare i vincoli del patto di stabilità . Altro aspetto che resta ancora da affrontare – comunica una nota di Anci – riguarda i bandi di gara per l’affidamento del servizio di distribuzione del gas naturale: infatti, se lo slittamento “consente di evitare le sanzioni amministrative ed economiche che avrebbero gravato sui Comuni”, vanno però ancora risolte “alcune situazioni aperte inerenti la corretta valorizzazione delle reti comunali ed alcune interpretazioni normative e fasi procedimentali poco chiare”. Quanto poi alle Centrali uniche di Committenza, l’auspicio è del ripristino del limite dei 40.000 euro per le acquisizioni in autonomia di beni, servizi e lavori per i Comuni fino a 10.000 abitanti. Tale modifica consentirebbe il regolare svolgimento delle attività a favore dei cittadini, che ad oggi risulta fortemente compromesso.
Niente da fare invece per l’aumento dell’Iva sul pellet. Nessun rinvio, non è passato nel decreto Milleproroghe l’emendamento che chiedeva di rinviare l’incremento dell’Iva dal 10 al 22%. Ipotizzando che una famiglia bruci 1,4 tonnellate di pellet all’anno, come da media nazionale, e stimando un costo alla tonnellata (pre-aumento Iva) di 320-360 euro, con l’aumento dell’Iva dal 10 al 22% il rincaro sarà di 33-40 euro a tonnellata e dunque la spesa aumenterà in media di 46-57 euro l’anno.
Agipress