AGIPRESS – In che modo gli italiani si approcciano all’argomento del ciclo mestruale? Quanto le donne si sentono libere e sicure di parlarne? Che percezione hanno gli uomini dell’argomento e come ne parlano? Interessanti i dati emersi dalla ricerca commissionata da Initial che indaga, su un campione sia femminile che maschile, gli stigmi del ciclo e l’influenza che quest’ultimo ha sul tema bullismo, oltre a tematiche di attualità come la Tampon Tax e il Period Poverty. In Italia, dal 1° gennaio 2024 la Tampon Tax, ovvero l’aliquota IVA che si applica agli assorbenti, è passata dal 5% al 10% riaccendendo i riflettori sulla tematica della cosiddetta Period Poverty. Gli italiani intervistati ritengono ingiusta questa misura ed i risultati emersi dalla ricerca mostrano un accordo tra donne (82%) e uomini (71%). Continuando a parlare degli aspetti economici, quanto impatta ogni mese avere il ciclo? La spesa mensile per l’acquisto degli assorbenti raggiunge il costo di circa €10 al mese a persona ed è considerata molto alta per le giovanissime (30%). L’aumento della Tampon Tax, inoltre, pesa considerevolmente sul paniere della spesa soprattutto delle donne che risiedono nel Sud Italia e nelle Isole (76%).
C’è libertà nel parlare di ciclo? Per le donne intervistate il rapporto con il proprio ciclo mestruale non è sempre facile; il 72% delle italiane dichiara di sentirsi libera di parlarne, anche se questa conquista è direttamente proporzionale all’aumentare dell’età delle rispondenti: tra le ragazze più giovani (16-18 anni) solo il 61% ne parla. Dal sondaggio emerge anche che chi abita in grandi città altamente urbanizzate (con una popolazione superiore a 250.000 abitanti) è più predisposto a non vivere il ciclo come un tabù. Lo stesso dato mostra al contempo una latente difficoltà nel vivere con disinvoltura il proprio ciclo mestruale: circa 1 donna su 3 dichiara di provare imbarazzo nell’ammettere di avere il ciclo in presenza di altri.
Un imbarazzo che si evince sempre di più nell’età dell’adolescenza, spesso la più difficile. Proprio durante questo periodo, è possibile subire “Period Shaming”, una forma di bullismo legata alla manifestazione di possibili disagi derivanti dal ciclo mestruale. Tra le intervistate più giovani, il 27% ha subito prese in giro legate al ciclo. Nella maggioranza dei casi (65%), sono state persone di sesso maschile a mettere in ridicolo le donne in questo particolare momento. Tuttavia, il sondaggio mostra come non siano mancate le derisioni da parte anche di altre donne (38%). Ma in tutto questo, qual è il punto di vista degli uomini? Il 66% delle italiane pensa che il sesso maschile abbia difficoltà a rapportarsi con il ciclo mestruale, un sentimento comprovato anche dai risultati della ricerca. Infatti, oltre il 26% degli italiani intervistati ammette di non essere a proprio agio con il ciclo femminile: il 17% dichiara di non avere mai trattato l’argomento, mentre il 9% ha addirittura sempre evitato di discuterne. La situazione è accentuata tra i più giovani: il 54% del totale degli intervistati si dichiara in imbarazzo a parlare di mestruazioni, oppure non l’ha mai fatto.
Sono alcuni dei risultati emersi dalla ricerca sul tema del ciclo mestruale commissionata da Initial, azienda leader mondiale nell’offrire servizi e soluzioni per l’igiene ed il benessere fuori casa, per il lancio di Dignity. Il servizio è stato sviluppato per rispondere alla sempre più emergente richiesta di avere libero accesso agli assorbenti e ad altre soluzioni di supporto alla gestione del ciclo mestruale.
“Negli ultimi anni abbiamo parlato ed intervistato sempre più dipendenti e lavoratori, per conoscere le loro abitudini nell’utilizzo dei bagni presenti nei luoghi di lavoro o nei luoghi pubblici. Abbiamo quindi pensato ad un servizio per le donne, in grado di rispondere ad un bisogno di cui spesso non si parla o per vergogna o a causa di un disagio. Dignity è il servizio che accompagna le aziende, i plessi scolastici e gli uffici pubblici nel dare un chiaro e concreto segno di attenzione al benessere delle proprie utenti, proprio in “quei giorni” un po’ più complessi da gestire. Dalla nostra recentissima ricerca è infatti emerso come questo sia un tema su cui c’è ancora molto da lavorare.” – commenta Elena Ossanna, Amministratore Delegato di Rentokil Initial Italia – “Siamo certi che questo nuovo servizio rappresenti una vera e propria forma di progresso culturale ed una soluzione apprezzata da molte utenti . Lo pensa il 93% della popolazione femminile intervistata per la nostra indagine ma soprattutto l’83% del campione maschile intervistato, che ritiene l’introduzione di questo servizio perfetto per abbattere gli attuali tabù culturali legati al ciclo mestruale.” AGIPRESS