DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

17 Luglio 2024

CEFALEE CRONICHE, UN NUOVO MODELLO DI CURA

AGIPRESS – Un ricovero breve, tra i sette e i dieci giorni, per azzerare la dipendenza da analgesici e impostare una vera e propria profilassi dell’emicrania: nel 70% dei casi porta l’emicrania cronica a diventare episodica, dando un’occasione concreta di miglioramento della qualità della vita per i pazienti. È l’approccio proposto dal Centro cefalee di Villa Margherita – Gruppo KOS, recentemente riconosciuto da ANIRCEF – Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee croniche come centro di riferimento nazionale. L’emicrania, dopo l’ictus, è la prima causa neurologica di disabilità. Il suo impatto è molto significativo sia in termini sociali sia economici con spesa media annua di 2 mila e 600 euro a paziente e con il 5% che arriva a perdere più di 5 giorni lavorativi al mese. L’emicrania arriva a colpire oltre il 12% della popolazione generale ma circa il 3% degli emicranici sviluppa un’emicrania cronica, ovvero sopporta oltre 15 episodi mensili di dolore pulsante a metà testa, accompagnato da nausea, vomito, forte fastidio verso la luce, i rumori e gli odori. Il paziente-tipo affetto da emicrania cronica è di sesso femminile, con un rapporto di 3:1 rispetto agli uomini, solitamente inizia a soffrire di emicrania dopo la pubertà, con un andamento che tende a peggiorare e cronicizzare col passare del tempo. Alcune forme di emicrania emergono invece più tardi nel corso della vita, ad esempio con la menopausa, ma ugualmente tendono a stabilizzarsi e a diventare croniche. L’uso eccessivo e non controllato di analgesici, specialmente oppiodi, è la prima causa di cronicizzazione del mal di testa. Oltre a portare a una vera e propria dipendenza, rende inefficaci le terapie: per affrontare questo problema, Villa Margherita ha sviluppato un programma di ricovero breve, presso l’unità di neurologia convenzionata con il SSN, che prevede una vera e propria disintossicazione, che dura in media dieci giorni. Un percorso personalizzato che include idratazione, sedazione, utilizzo di diuretici e antiemetici, somministrazione di polivitaminici, accompagnati da supporto psicologico e tecniche di auto-rilassamento. “Al termine del ricovero, il 70% dei pazienti riesce a ridurre l’emicrania a episodi meno frequenti (meno di 15 giorni al mese) perché riusciamo a reimpostare le terapie, ad esempio inserendo con successo farmaci avanzati per la profilassi dell’emicrania, come gli anticorpi monoclonali anti-CGRP (Calcitonin Gene-Related Peptide): una classe di farmaci disponibile da circa quattro anni, generalmente ben tollerati e che si sono dimostrati molto utili nei pazienti che non rispondono adeguatamente ai trattamenti tradizionali.” – spiega il dottor Francesco Perini, responsabile della neurologia e del centro cefalee di Villa Margherita. L’approccio proposto da Villa Margherita è integrato e include anche il supporto psicologico e l’impiego di tecniche di rilassamento, mindfulness, biofeedback ed elettrostimolazione. Queste terapie complementari, oltre a essere fondamentali per il successo del ricovero di disintossicazione e per il benessere del paziente in ospedale, costituiscono anche un insieme di tecniche e strategie che possono essere apprese e replicate dai pazienti nel tempo, anche a casa. Oltre alle terapie avanzate con gli anticorpi che agiscono sulla CGRP, molecola attiva nella patogenesi dell’emicrania, nei pazienti resistenti alle cure standard possono essere utilizzate anche altre terapie di “seconda linea” che mirano a ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi, come l’infiltrazione anestetica del nervo grande occipitale o l’iniezione di tossina botulinica. Inoculata ogni due mesi circa in specifici punti dei muscoli pericranici e del collo, la tossina botulinica blocca il rilascio dei neurotrasmettitori che trasmettono il dolore e riduce l’attività muscolare che può contribuire all’insorgenza delle emicranie.

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