AGIPRESS – L’Europa rilancia la posta su un parco immobiliare dell’unione ancora più green e cresce l’attesa per il 9 febbraio, data in cui a Bruxelles si voterà in commissione sulle nuove norme proposte. La cosiddetta direttiva “green”, lo ricordiamo, prevederebbe per tutti gli immobili residenziali dei Paesi della UE l’obbligo di raggiungere classi energetiche più prestazionali entro il 2030; ANCE ha già stimato che l’impegno per il nostro Stato sarebbe superiore a quelli sostenuti per il 110%.
Sull’argomento interviene ISI – Ingegneria Sismica Italiana che per voce del suo presidente Andrea Barocci commenta cosଠle notizie che si stanno rincorrendo a più livelli. “Ci auguriamo -spiega Barocci (nella foto) – che nell’ipotesi sia dato corso a nuovi obblighi o aiuti economici da parte dell’Europa legati all’efficientamento energetico, vengano inclusi dal nostro Governo provvedimenti tali da aumentare, almeno, la conoscenza della sicurezza dell’immobile da efficientare. Siamo consapevoli della maggiore attenzione che l’UE ha per i temi legati alla sostenibilità , ma non possiamo prescindere dalla nostra realtà di paese sismico che periodicamente deve leccarsi le ferite e utilizzare ingenti risorse per intervenire dopo l’ennesimo disastro”.
ISI da tempo rimarca la necessità di incrementare la conoscenza e la consapevolezza del rischio sismico nei diversi livelli della società e pur comprendendo l’opportunità e la strategia “eco”, soprattutto in questo periodo storico, non si può non riconoscere che in Italia vi siano terremoti distruttivi mediamente ogni cinque anni e in questi casi a nulla serve un buon intervento energetico se è stato applicato su un edificio strutturalmente non idoneo. Tra le proposte di ISI per rendere più virtuose queste politiche, vi è ad esempio l’obbligatorietà della verifica di sicurezza e l’agevolazione dell’installazione di sistemi di monitoraggio qualora su un immobile si fruiscano incentivi per il solo eco-bonus.
“Tra l’altro “continua Barocci- da tempo il Governo è perfettamente a conoscenza del grande sforzo economico necessario dopo un evento sismico. Dal 1968 a oggi sono stati necessari circa 170 miliardi di Euro, attualizzati, coperti per intero dalle accise sui carburanti. Proprio in questi giorni in cui infuria il dibattito sul costo della benzina, sempre nell’ottica della consapevolezza, è fondamentale che ogni cittadino sappia che circa 12 centesimi di Euro per litro di carburante sono tasse introdotte per coprire l’esborso dello Stato dopo gli innumerevoli terremoti”. AGIPRESS