AGIPRESS – In settembre le immatricolazioni di autovetture in Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) hanno toccato quota 1.118.083 con un calo del 4,2% rispetto a settembre 2023 e del 13% rispetto al livello ante-crisi, cioè al livello di settembre 2019. Dopo il calo del 16,5% di agosto, il dato di settembre indica che vi è stato un discreto recupero dovuto ad un rimbalzo delle vendite di auto elettriche che hanno recuperato parte del crollo di agosto (-36%) e ciò grazie a politiche particolarmente aggressive nel Regno Unito con sconti “senza precedenti” da parte dei venditori ed anche sul mercato spagnolo che pure ha beneficiato di sconti molto elevati da parte dei rivenditori. Il consuntivo dei primi nove mesi dell’anno dell’area si è chiuso con 9.779.605 immatricolazioni con una crescita dell’1% sullo stesso periodo del 2023, ma con un calo di ben il 20,5% sulla situazione ante-crisi (gennaio-settembre 2019) e con prospettive non positive.
All’interno dell’area si registrano situazioni piuttosto differenziate. Il mercato più importante, quello della Germania, in settembre ha fatto registrare un calo del 7%. Negli altri quattro mercati, che insieme alla Germania si aggiudicano il 70% delle immatricolazioni, il risultato peggiore lo ha fatto registrare la Francia (-11,1%), seguita dall’Italia (-10,7%), mentre in positivo hanno chiuso il Regno Unito (+1%) e la Spagna (+6,3%) grazie all’apporto delle vendite di auto elettriche fortemente incentivate di cui si è detto più sopra. Si conferma praticamente in tutti i mercati nazionali dell’area che le vendite sono sostenute soprattutto dalla domanda delle aziende che si mantiene moderatamente tonica in quanto le aziende restano in grado di acquistare auto nonostante i forti aumenti di prezzi degli ultimi anni. In sofferenza invece, un po’ ovunque, la domanda dei privati in quanto stipendi e salari non hanno ancora recuperato la forte inflazione degli ultimi anni.
E’ del tutto evidente che il nodo da sciogliere per il ritorno del mercato dell’auto nell’Europa Occidentale alla normalità, oltre al recupero del potere di acquisto delle persone, è quello della transizione energetica. Secondo André Schmidt, presidente dell’associazione VDIK (produttori auto tedeschi), per uno sviluppo della mobilità elettrica occorre una massiccia espansione delle infrastrutture di ricarica, una riduzione del prezzo di ricarica dell’elettricità e agevolazioni per l’acquisto di automobili, mentre controproducenti, sempre secondo Schmidt, sono i dazi sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina perché le contromisure delle autorità cinesi penalizzerebbero fortemente le esportazioni in Cina. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, è comunque indispensabile che l’Unione Europea ridefinisca al più presto la sua politica per la transizione energetica nell’auto partendo da presupposti razionali e non ideologici, senza penalizzare il settore dell’auto e distribuendo i costi della transizione in funzione della capacità contributiva delle persone e dei soggetti economici.