(AGIPRESS) – Cina e Stati Uniti, sembrano sul punto di fare accordi con uno stato che non ti aspetti: l’Iran. Sull’argomento, riceviamo e pubblichiamo il punto di vista di Mirko Giordani, analista fondatore e CEO di Prelia, società che si occupa di rischio politico ed intelligence strategica. “La Cina, nonostante le rassicurazioni della Saudi Aramco sull’export di greggio verso Pechino, fa hedging e si copre attraverso la “Comprehensive Strategic Partnership” con Teheran, un accordo ancora abbastanza oscuro, dal valore di 400 miliardi di dollari su 25 anni, di cui 280 di investimenti nell’oil and gas iraniano e i restanti 120 su infrastrutture. Mentre gli Stati Uniti di Joe Biden, dopo aver chiaramente preso le distanze dalla politica filo-saudita di Donald Trump, stanno di nuovo facendo pivot verso Teheran, alla ricerca del bandolo della matassa per ravvivare gli accordi sul nucleare (JCPOA). Se l’abboccamento tra Cina e Iran, tutto basato sul pragmatismo dei rapporti economici, è stato molto semplice, quello con gli Stati Uniti sarà più irto di difficoltà . L’Iran chiede infatti il ritiro delle sanzioni, che stanno soffocando la sua economia e limitando le sue capacità finanziarie, mentre gli Stati Uniti chiedono che l’Iran faccia la prima mossa e che sospenda i programmi di arricchimento dell’uranio. Biden inoltre chiederà ulteriori garanzie sul programma dei missili balistici di Tehran e il ritiro delle milizie sciite dalle loro scorribande nel Medio Oriente, in particolare in Siria e Iraq. Nonostante la delegazioni degli Stati Uniti, guidata da Robert Malley, sia effettivamente atterrata a Vienna, è di stanza in un altro hotel e i delegati europei fanno avanti e indietro per fare da intermediari tra iraniani e americani. L’incontro sicuramente non porterà a nessuna negoziazione diretta tra le due parti, ma servirà come base di inizio per una road map che preveda la simultaneità della compliance sul patto da parte sia degli americani che degli iraniani. La strada sarà lunga, anche perchè le altre parti dell’accordo, cioè Russia e Cina, sono finite sotto la scure delle sanzioni americane. Staremo a vedere nel prossimo round di negoziazioni, ma per ora siamo lontani anni luce dall’approccio confrontazionale trumpiano“. AGIPRESS