Il commento di Marcello Mancini.
AGIPRESS – FIRENZE – A dieci mesi dalle elezioni che porteranno a Firenze un nuovo sindaco, si sente parlare della possibile candidatura dell’ex calciatore Gabriel Batistuta per il centrodestra. E’ molto probabile che sia una boutade giornalistica. La speranza (certezza?) è che sia un gioco (siamo su Scherzi a parte?). Ma se qualcuno ci ha pensato davvero si tratterebbe dell’ennesimo insulto a questa “disgraziata” città . Fare il sindaco non è un gioco. Ma questo, il centrodestra, in trent’anni, non l’ha capito. Il centrosinistra si cimenta su una decina di nomi, belli o brutti, forse da sottoporre a primarie, nessuno dei quali però viene da Marte e tutti hanno almeno una minima idea di cosa significhi amministrare una città . Il nome di Batistuta – magari perfino ignaro che si parli di lui – fa parte di un emisfero totalmente estraneo alle necessità di Firenze. Il centrodestra – more solito – brancola nel buio e minaccia di inventarsi chissà chi da mandare all’ultimo momento a perdere una competizione che, questa volta, sarebbe invece più aperta di sempre. Ma quel che conta, e francamente indigna, è la scarsa considerazione per Firenze e i suoi problemi veri: sicurezza, occupazione, alloggi, salute, viabilità , accoglienza, turismo sostenibile. Vi sembrano un gioco?
E’ evidente la difficoltà di trovare un candidato credibile, questo tuttavia non giustifica il criterio che minaccia di farsi strada per individuare un nome che possa catalizzare la curiosità e il voto, solo per il fatto di essere un nome famoso. Non siamo al Grande Fratello né alla selezione di Ballando con le stelle. E’ passato il tempo dei candidati della società civile, ricercati e corteggiati perché garantivano una certa autonomia dai partiti, quindi svincolati dalle camarille che inquinano il Palazzo. Altri tempi e altre storie. I fatti hanno dimostrato che oggi è necessario poter contare su amministratori preparati, che abbiano esperienza e sappiano gestire i problemi legati al governo di una città . Se i partiti non sono più in grado di coltivare profili con queste caratteristiche, si devono attrezzare per pescare candidati nei settori giusti, certo non estranei all’amministrazione pubblica, meglio ancora se ne frequentano le dinamiche. Quanto meno selezionandoli in anticipo per poterli preparare e farli conoscere agli elettori. Tutto questo non è successo in passato, quando le difficoltà di dialogo – per usare un eufemismo – fra i partiti del centrodestra hanno sbarrato la strada a una scelta condivisa, anche quando questa avrebbe potuto condurre a un risultato sorprendente. Tanto è accaduto dal 1995, prima consultazione che prevedeva l’elezione diretta del sindaco, fino al 2019.
Ecco perché la lettura del nome di un calciatore, ancorché famoso e certamente un campione, come ipotetico candidato, mi ha fatto sobbalzare ed esclamare: <Ci risiamo. Anche questa volta il centrodestra parte con il piede sbagliato>. Invece i problemi di Firenze sono cosଠseri e gravi che il prossimo anno dovrebbe essere l’occasione per una ripartenza non improvvisata né frettolosa, affidata a una squadra portatrice di idee nuove e concrete. Rimane un po’ di tempo per non farsi cogliere ancora una volta impreparati. Chissà se il centrodestra avrà la forza (o la voglia) di non farlo trascorrere invano. AGIPRESS
di Marcello Mancini