DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

18 Gennaio 2023

Attenzione alle riviste predatorie


AGIPRESS – L’editoria open access è negli ultimi anni vittima di attività ed editori che operano esclusivamente con il fine garantirsi entrate economiche a costo di pregiudicare l’attività accademica e di ricerca. In un periodo in cui la malainformazione sembra proliferare sempre di più pochi sono gli strumenti che abbiamo a disposizione per combatterla. Fake news, teorie del complotto, assenza di fact checking sono solo alcuni degli ostacoli a cui può andare incontro il lettore. Una delle problematiche principali è rappresentata dalle riviste predatorie. Con questo termine coniato da Jeffrey Bell si fa riferimento a quelle riviste che esistono esclusivamente al fine di generare entrate economiche dagli autori senza riguardo per la peer-review o per la qualità degli studi pubblicati. Queste pubblicazioni condividono tra loro alcune caratteristiche in termini di comitati editoriali, modello di gestione e integrità della rivista stessa. Ad esempio, spesso non è presente l’editore o il comitato editoriale, oppure gli stessi possedevano qualifiche insufficienti. Oltre a ciò, spesso non c’è sufficiente trasparenza negli onorari degli autori oppure nomi e indirizzi non coincidono con quelli originali della rivista. Infine, un meccanismo operativo di queste riviste è l’utilizzo ricorrente di e-mail di spam per sollecitare l’invio di contributi. Le conseguenze principali di questo tipo di attività sono sempre rimaste circoscritte all’ambito accademico di ricerca, solo recentemente, con l’attuale contingenza pandemica, hanno coinvolto la popolazione mondiale. Moltissime fake news inerenti al COVID-19 con annesse terapie più o meno pericolose hanno avuto una forte risonanza mediatica a causa del sensazionalismo che le caratterizzava e della presunta affidabilità delle fonti.

Ricercatori e Dottorandi sono le principali vittime di queste truffe editoriali, a tal proposito abbiamo intervistato la Dottoressa Emilia Conti, ricercatrice in Biologia presso il CNR. “Spesso non si limitano alla mera pubblicazione, ma arrivano al punto di organizzare convegni, tendenzialmente presso località molto ambite, che hanno come unico fine quello di estorcere denaro ai partecipanti. Mi è capitato in passato che mi invitassero ad un convegno alle Hawaii il cui tema esulava completamente dalla mia materia di competenza. L’intento predatorio dell’invito era più che palese” dichiara la dott.ssa Conti. Abbiamo, poi, domandato alla ricercatrice quale fosse il miglior modo di contrastare questo tipo di attività : “Per quanto riguarda i ricercatori è fondamentale attuare un sistema di passaparola interno e ‘smascheramento’ una volta individuata la rivista predatoria, fare formazione sui sistemi di peer review e di pubblicazione, ma soprattutto controllare la provenienza di tali riviste”. Per quanto riguarda il lato del lettore? “Dal lato del lettore medio in cerca di informazioni attendibili è più sicuro non limitarsi a una sola ricerca, bensଠdi approfondire, confrontare più ricerche e prendere in considerazione la presenza di eventuali discrepanze o fonti poco plausibili”. AGIPRESS

di Laura Bacchiega

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