DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

13 Gennaio 2025

Attentato alla democrazia

Il commento del Prof. Ranieri Razzante

AGIPRESS – “Chiunque promuove, costituisce, organizza, dirige o finanzia associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico è punito con la reclusione da sette a quindici anni” .
La norma c’è già, al di là del decreto sicurezza, pure opportuno, in approvazione in Parlamento. É l’art 270 bis del codice penale, dedicato al terrorismo e a tutti gli atti di eversione dell’ordine democratico. Applicabile senz’altro ai “terroristi” che stanno attentando alla nostra democrazia (rappresentata in questo caso dai beni pubblici, incolumità pubblica e delle forze di polizia), che stanno devastando le città ma, soprattutto, in via diretta (contro polizia e carabinieri) o indiretta (danni da manifestazioni violente su cittadini inermi, manifestanti pacifici o passanti) minacciando tutti noi. Questi delinquenti, per lo più italiani, supportati anche da irregolari stranieri, hanno scientemente deciso di minare la sovranità statale e del popolo italiano, senza alcun dubbio. Un disegno anti governativo, tutto da indagare, ma altresì di pericolosa avversione alle regole ed a chi le deve far applicare. Peccato che la politica non sia unanime nelle condanne morali e nella scelta di un’opzione autoritaria da parte dello Stato. Il dovere costituzionale degli apparati di sicurezza e giudicanti è infatti quello della protezione degli innocenti, dei buoni, dei giusti, degli incensurati, dei manifestanti pacifici, del dissenso pacifico, della libertà di espressione e di manifestazione del pensiero, della salute ed incolumità pubblica. Proteggere i violenti è a sua volta reato, se non altro a titolo di concorso, come direbbero i penalisti. Gli esponenti delle forze dell’ordine e militari di questo paese, tanto bello quanto difficile nella gestione attuale dei presidi democratici da parte dei suoi cittadini, non certo delle maggioranze o minoranze parlamentari (visto che le regole ci sono) , non traggono conforto ed incentivazione da come vengono trattate. Purtroppo, anche da commenti avventati di una sempre più nutrita minoranza di italiani che credono che il problema stia nella presenza delle divise per le strade. A questi signori, italiani e non, va ugualmente detto che se credono che in Italia il dissenso violento non venga “tutelato”, che provino a cercare ragioni altrove. Noi, cittadini per bene, abbiamo da lavorare e mantenere i nostri figli.

Prof. Avv. Ranieri Razzante
Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia
Docente di Tecniche di gestione dei rischi di riciclaggio – Università di Bologna
Docente di Tecniche e regole della cybersecurity – Università Suor Orsola Benincasa

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