DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

5 Giugno 2023

Arrivano le zanzare, difendiamoci


AGIPRESS – Ci pungono, ci ronzano nelle orecchie quando cerchiamo di dormire, trasmettono a noi e agli altri animali infezioni tal volta letali. Le zanzare, insetti appartenenti alla famiglia Culicidae, soddisfano i loro fabbisogni nutritivi con nettare ed altri liquidi zuccherini che sono necessari per la loro sopravvivenza. Il sangue, invece, serve agli esemplari femminili per fornire il giusto apporto proteico alle uova, cosଠche possano completare il processo di maturazione. L’acceso interesse nei loro confronti si deve al fatto che sono, spesso e volentieri, dei vettori “ termine con cui, in ambito medico, si indicano insetti con la capacità di trasmettere un agente eziologico da un ospite all’altro “ diffusi in tutto il pianeta.

Tra le patologie che possono insorgere dopo un pizzico di zanzara possiamo ricordare vari tipi di febbre “ gialla, Dengue, Zika “, molteplici encefaliti e la malaria. Nel caso della Dengue e della Zika l’agente patogeno è un virus che infetterà la zanzara nel momento in cui essa si ciberà di un individuo contagiato, si moltiplicherà al suo interno e poi verrà espulso dalle ghiandole salivari al momento di una puntura successiva. Nella malaria la zanzara rappresenta l’ospite necessario per la diffusione dei plasmodi, organismi unicellulari molto semplici di cui conosciamo almeno quattro ceppi responsabili della patologia. Parassiti del sangue, la loro forma infettante inoculata dall’insetto è detta sporozoita: sviluppatasi nelle ghiandole salivari, una volta penetrata all’interno dell’organismo umano, si moltiplica nelle cellule del fegato “ epatociti “ per poi colonizzare i globuli rossi nel sangue e portarli alla rottura, determinando i rinomati picchi febbrili. La World Health Organization, nel report sulla malaria che risale al 2022, ci comunica che nel 2021 i casi di malaria sono stati 247 milioni in 84 diversi Paesi, causando la morte di 619 mila persone, specialmente bambini e bambine che vivono in Africa. La stessa organizzazione stima che solo 96 milioni di casi di Dengue si manifestino clinicamente su 390 milioni totali all’anno e che questa si stia diffondendo anche in Europa e in America, come il virus Zika. Le statistiche ci stanno fortemente consigliando di prendere dei provvedimenti, soprattutto dopo la pandemia di COVID-19. Scopriamo insieme le tecniche di contenimento finora sviluppate.

Storicamente, gli atti intrapresi per limitare il numero di infezioni hanno riguardato principalmente la modifica dell’habitat ideale delle zanzare tramite la bonifica idraulica, dato che molte di loro depongono le uova in ambienti umidi o direttamente in acque stagnanti, ma gli insetti hanno trovato il modo di adattarsi. Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito allo sviluppo di varie tecnologie “ vaccini, zanzare infette o geneticamente modificate, anticorpi monoclonali “ che, insieme a zanzariere e l’uso di repellenti, rappresentano il nostro migliore armamentario contro le malattie infettive sopracitate.

L’unico vaccino disponibile contro la malaria prende il nome di Mosquirix, approvato solamente per bambini sotto i 17 mesi in quei luoghi dove il plasmodio più diffuso è il falciparum “ responsabile della maggior parte delle morti infantili “, e contiene al suo interno una copia delle proteine esposte sulla superficie del plasmodio per stimolare il sistema immunitario a produrre, naturalmente, degli anticorpi in grado di limitarne la diffusione nel fegato. Ancora contro la malaria, sono stati modificati degli anticorpi, recuperati da un individuo che aveva ricevuto il vaccino in via sperimentale, affinché durassero per tutto il periodo critico che si registra a Mali, ottenendo dei buoni risultati in termini di sicurezza ed efficacia. Contro le zanzare del genere Aedes aegypti, portatrici soprattutto del virus che causa la Dengue, il World Mosquito Program ha individuato come alleato il batterio Wolbachia: diffuso in molti insetti, è stato osservato che i virus infettanti l’essere umano non riescono ad essere trasmessi da un organismo che ospita anche il suddetto; il rilascio di zanzare contagiate da esso in zone endemiche è previsto a partire dal 2024.

Un’altra tecnica che ha ottenuto risultati ottimali in laboratori ad alta sicurezza include l’utilizzo del sistema di modificazione genetica CRISPR/Cas9 “ se vuoi saperne di più leggi l’articolo in cui ne spiego il funzionamento. Nuovamente contro la malaria, sono state prese di mira le zanzare Anopheles gambiae e stephensi ed il gene che regola la loro differenziazione in maschi e femmine: la sequenza di DNA che compone il gene è leggermente diversa nei due sessi e, se tagliata con il sistema di taglia-e-cuci che CRISPR/Cas9 rappresenta, otteniamo delle future generazioni di zanzare in cui le femmine sono sterili. Nello studio effettuato la popolazione è stata soppressa completamente in 7 e in 11 generazioni. Per il contrasto della Dengue e della Zika sono state prese in considerazione, invece, le zanzare Aedes aegypti e albopictus, particolarmente diffuse anche in alcuni distretti degli USA: con la medesima tecnica è stato inserito un gene che impedisce lo sviluppo fino all’età adulta degli esemplari femminili, in correlazione ad un gene che emette fluorescenza cosଠda rendere identificabili le zanzare modificate. Queste sono state rilasciate dal 2019 in Florida e Texas “ dopo valutazione da parte dell’Environmental Protection Agency che garantisce impatto zero sulla nostra salute, altri animali e sugli ecosistemi “ ma anche a Panama ed in India.

Grazie a queste tecniche abbiamo, quindi, la possibilità e la capacità di eliminare le specie di zanzare che mettono a rischio la vita; ma sarebbe giusto farlo? Oltre a tutta una serie di dubbi riguardanti le conseguenze delle modifiche genetiche “ se continueranno a funzionare nel tempo o varieranno la suscettibilità delle zanzare ad una malattia piuttosto che ad un’altra “ che dovrebbero essere nulle visto che la popolazione di controllo ha finito per estinguersi, ci si interroga sull’impatto ambientale che potrebbe avere sugli ecosistemi. Le zanzare, infatti, sono insetti impollinatori: nutrendosi di nettare, accidentalmente trasportano da un fiore all’altro il polline che rimane adeso ad esse, soprattutto varietà da giardino “ come carote, sedano, cumino “ ma anche un tipo particolare di orchidea (Habenaria obtusata). Non solo, un grande numero di uccelli insettivori, anfibi ma anche pesci ed altri insetti hanno una dieta che alla base vede le zanzare, sia adulte che nello stadio larvale. Gli ecosistemi hanno la tendenza ad evolversi per adattarsi e sopravvivere: si pensa che altri insetti potranno prendere il loro posto nella catena alimentare, cosଠcome nell’impollinazione, ma c’è chi sostiene che potrebbero essere ancora più dannosi delle zanzare. È una situazione imprevedibile e più grande di noi, una specie come un’altra che si ritrova in questo pianeta, ma quello che rimane certo è il numero delle vittime: sono le persone che vivono nelle aree tropicali, sub-tropicali, africane e asiatiche ad avere l’ultima parola, ammalandosi e vedendo i propri cari fare altrettanto. AGIPRESS

di Emma Meo

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